Video arresto Battisti: per Salvini e Bonafede chiesta l’archiviazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2019 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA
Video arresto Battisti: per Salvini e Bonafede chiesta l'archiviazione

Video arresto Battisti: per Salvini e Bonafede chiesta l’archiviazione (Ansa)

ROMA – La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’indagine aperta in relazione alle modalità dell’arrivo a Ciampino del terrorista Cesare Battisti. Il fascicolo era stato avviato dopo un esposto che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati per il reato di mancata tutela della dignità della persona arrestata, il ministro dell’interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafefe. La richiesta di archiviazione è già stata inviata al Tribunale dei Ministri. La vicenda è relativa al video mostrato in cui si vede Battisti e alcuni agenti di polizia che procedono all’arresto. 

Come si ricorderà, il video fu girato all’arrivo di Battisti in Italia, appena estradato dalla Bolivia, e postato da Bonafede sulla sua pagina Facebook. Polemiche e proteste scattarono subito. In particolare quella del presidente degli avvocati penalisti di Roma, Cesare Placanica, che annunciò subito un esposto alla magistratura per verificare se il video violasse “il divieto di pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica”.

Placanica inoltre ricordò che la legge prevede sanzioni a carico di chi non adotti “le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”.

ell’esposto, inviato per conoscenza anche ai Garanti per la privacy e per i diritti dei detenuti, si cita l’articolo 114 del codice di procedura che vieta “la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” e l’articolo 42 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede che “nelle traduzioni siano adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”.