Vigilia delle primarie, l’appello di Bersani: “Un successo se votano 1,5 milioni di elettori”
Pierluigi Bersani fissa a 1,5 milione di elettori la cifra per decretare il successo delle primarie del Partito democratico. Domani nella notte si saprà se sarà superata e chi sarà il vincitore tra i tre candidati alla segreteria. Oltre all’ex ministro, sono in corsa il segretario in carica Dario Franceschini e Ignazio Marino. Dopo Jean Leonard Touadi, ex assessore del comune di Roma originario del Congo, sarà una donna l’altro vice di Dario Franceschini. Oltre alla già nota Debora Serracchiani, si fa il nome di un’altra giovane, la sarda Francesca Barracciu.
Ma, come ha spiegato lo stesso Franceschini, saranno le donne del partito a scegliere il nome dopo il voto. Critico sul punto il bersaniano Nicola Latorre: «Mi sembra una roba molto vecchia». Una dichiarazione cui risponde Franco Monaco: «Sminuire la scelta di Touadi è una caduta di stile». A proposito di frecciate, c’è da registrare quella di Massimo D’Alema da Barletta: «Dobbiamo costruire il partito e serve una ragionevole preparazione professionale. Lo dico senza nessuna polemica verso Marino. Non ho mai detto che deve tornare a fare il chirurgo. Ho detto che deve tornare a fare il lavoro che fa con me. È un mio collaboratore da diversi anni e dirige una parte fondamentale della Fondazione Italianieuropei».
Sergio Cofferati contesta «questo modo di screditare» gli avversari: «Sono molto curioso di vedere cosa risponderà Marino a questa chiamata alle armi del suo presunto datore di lavoro». Marino preferisce non rispondere, ma interviene Sandro Gozi: «Questa gente non ha capito che il mondo è andato avanti, non si ragiona più così. Noi ribadiamo il nostro no all’inciucio e al voto utile».