Viminale contro Trenta per il tweet cancellato. M5s col ministro: “Superata linea rossa”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 4 Maggio 2019 - 21:21 OLTRE 6 MESI FA

Viminale contro Trenta per il tweet cancellato. M5s col ministro: “Superata linea rossa

ROMA – Un tweet del ministro della Difesa Elisabetta Trenta scatena nuove tensioni nel governo. Il Viminale ha attaccato il ministro, colpevole di aver pubblicato un cinguettio su Twitter che smentiva un salvataggio di alcuni pescherecci nelle acque della Libia da parte della Marina italiana. “Faccia il ministro”, incalzano dal ministero dell’Interno. Ma M5s fa quadrato intorno alla sua ministra: “Il Viminale ha superato la linea rossa, Trenta non si tocca”.

Trenta e il tweet cancellato

Nel primo cinguettio il ministro Trenta si complimentava con la Marina Militare che avrebbe salvato nove pescherecci italiani dalle motovedette in acque libiche. Nel tweet si legge: “4 maggio Pescherecci italiani nel mirino delle motovedette libiche salvati dalla Marina Militare. Il ministro Elisabetta Trenta si complimenta: grazie al coraggio e alla professionalità si è evitato il peggio”.

Il post è stato poi rimosso, dato che la notizia è stata smentita: “Circa un salvataggio della Marina di alcuni pescherecci nei pressi delle acque libiche è falso. Appresa la notizia abbiamo provveduto a rimuovere il tweet precedente”, ha poi scritto il ministro della Difesa.

Viminale attacca Trenta: “Faccia il ministro”

La reazione del Viminale non si è fatta attendere e in una nota si legge: “Anziché chiedere alla ‘sua’ Marina Militare, il ministro Elisabetta Trenta si basa sulle agenzie di stampa e poi è costretta a rettificare. Non è informata e non approfondisce: preferisce polemizzare col ministro Matteo Salvini e criticare servitori dello Stato come il generale Riccò. Il ministro della Difesa faccia il ministro della Difesa. Le Forze Armate italiane meritano molto di più”.

Difesa vs Viminale: “Attacchi politici”

La replica del ministero della Difesa non si è fatta attendere: “Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali. In questo caso per attaccare il ministro Trenta. Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Dispiace che il Viminale, il cui titolare è Matteo Salvini, piuttosto che occuparsi della sicurezza del Paese, pensi a un tweet. Dispiace per l’Italia”.

M5s si schiera col suo ministro: “Viminale ha superato la linea rossa”

Per difendere il ministro Trenta, M5s ha pubblicato un post sul blog delle Stelle: “Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali. In questo caso per attaccare il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Oggi il ministero della Difesa, dunque l’istituzione, non il ministro Trenta, ha rettificato un tweet errato. Una sciocchezza nell’ordinario quotidiano. E cosa è accaduto? È accaduto che il Viminale ha attaccato senza alcun motivo la ministra. Oggi si è superata la linea rossa, la Trenta non si tocca”.

E si prosegue: “Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Usare una istituzione per muovere un attacco a fini elettorali era qualcosa a cui non eravamo abituati. Con i fatti di Napoli e prima ancora di Torino, Roma e San Donato milanese, non capiamo dove il Viminale trovi il tempo per occuparsi di un tweet. Forse farebbe meglio ad occuparsi della sicurezza del Paese. Gli stessi staff del Viminale sono pagati con soldi pubblici, degli italiani, per occuparsi a nome dell’istituzione della sicurezza dell’Italia, non per fare campagna elettorale. Possiamo comprendere il vivace confronto tra parti politiche, tra ministri, ma oggi si è superata una linea rossa”.

Poi concludono: “Trenta è l’unico ministro ad aver avuto il coraggio di aprire dei dossier fino a qualche anno fa intoccabili, come ad esempio il tema uranio impoverito e la trasparenza nelle commissioni di valutazione dei militari”.

Salvini replica: “Difendo le forze dell’ordine”

Matteo Salvini a margine di un comizio a Scandicci, vicino Firenze, a sostegno del candidato a sindaco del centrodestra Leonardo Battistini ha commentato la vicenda: “Difendo le forze dell’ordine e le forze armate sempre e comunque. Io un mio uomo come il generale Riccò non lo avrei richiamato, non avrei detto che ha tenuto un comportamento inadeguato. L’importante è difendere le nostre divise”.