I 26 parlamentari che vogliono la pensione a 50 anni: ecco i nomi

Pubblicato il 2 Febbraio 2012 - 18:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il contributivo non piace all’onorevole. Anzi, spiace a 26 deputati che tanto volentieri resterebbero al sistema dei vitalizi. Sono in tutto 26 i ricorsi presentati alla Camera contro i tagli ai vitalizi. Di questi, tre sono stati presentati da deputati in carica, un quarto si è dimesso a gennaio. Spiccano per numero i leghisti: 15 ricorrenti vengono dal partito di Bossi, 7 dal Pdl (inclusi ex Fi e ex An), tre dall’Ulivo, uno dal Prc. La pattuglia vorrebbe lasciare tutto com’era fino al 2011: fino all’intervento del governo tecnico bastava mezza legislatura, due anni e mezzo in Aula, per avere diritto al vitalizio, assegno a vita che si intasca una volta maturata l’età.

Ma dal 1 gennaio tutto è cambiato. Da un mese è entrato in vigore il sistema contributivo pro-rata, ossia un sistema misto che valuta i contributi versati. L’innalzamento a 66 anni per l’accesso alla pensione di vecchiaia e a 67 anni dal 2021, l’innalzamento a 41 anni per le donne e a 42 anni per gli uomini per la pensione anticipata.

La sostanza cambia e di un bel po’. La truppa più nutrita è quella leghista: Elisabetta Castellazzi, Franca Valenti; Roberta Pizzicara, Diana Battaggia, Enrico Cavaliere, Oreste Rossi, Alberto Bosisio, Francesco Stroili, Edouard Ballaman, Daniele Molgora (ex sottosegretario, deputato in carica), Flavio Bonafini, Fabio Padovan, Salvatore Bellomi (passato poi col Ccd), Giulio Arrighini, Roberto Asquini. Dall’Ulivo: Michele Cappella, Antonio Borrometi, Ugo Malagnino. Per Forza Italia: Paola Martinelli, Emanuela Cabrini. Gruppo An: Domenico Basile e Daniele Franz. Dal Pdl: Roberto Rosso,Giorgio Jannone (di Bergamo, del ’64) sono ancora a Montecitorio; Adriano Paroli, invece, si è dimesso a gennaio per fare il sindaco di Brescia. Rifondazione comunista: Martino Dorigo.