“Pansa chiese a Mediobanca soldi per la sig.ra Grilli”. Ministro ricattabile?

Pubblicato il 19 Febbraio 2013 - 09:50| Aggiornato il 20 Febbraio 2013 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Alessandro Pansa, nuovo ad di Finmecccanica, nel 2007 avrebbe chiamato Mediobanca e chiesto al suo capo Alberto Nagel di ripianare alcuni debiti di Lisa Lowenstein, ex compagna dell’attuale ministro Vittorio Grilli, all’epoca dei fatti direttore generale del Tesoro. Nagel rifiutò l’aiuto, avvalorando l’ipotesi che poi l’aiuto fu offerto dalla stessa Mediobanca attraverso le presunte “false consulenze” che hanno dato il via alle speculazioni. La circostanza della richiesta a Mediobanca, già resa pubblica con la pubblicazione della intercettazione ambientale tra l’ex ad Finmeccanica Orsi e l’allora presidente dello Ior Gotti Tedeschi, è confermata dallo stesso Nagel, interrogato al riguardo dal pm Eugenio Fusco della procura di Busto Arsizio. Un’informativa dei carabinieri del Nucleo per la Tutela dell’Ambiente (guidata dall’ex capitano Ultimo che arrestò Riina) inviata alla procura, contiene un capitolo dedicato a “Finmeccanica e il ministro Grilli”.

Come titola il Sole 24 Ore oggi, “Quattro mesi dopo torna l’esigenza di «fare chiarezza»“. Sì perché, i riscontri e le smentite, gli appunti e le confessioni, delineano un quadro allarmante in cui è investito un ministro pesante del governo Monti: Finmeccanica, holding con 17 miliardi di fatturato e 75 mila dipendenti, ha favorito la signora Grilli (si parla di 500 mila euro per consulenze mai effettuate), compagna del ministro e allora direttore generale del Tesoro che al 30% controlla la stessa Mediobanca? Vittorio Grilli, nella figura di ministro della Repubblica, è ricattabile?

Certo, la conferma delle pressioni è un’altra brutta tegola per i vertici di Finmeccanica, che le procure stanno decapitando in serie. Prima Guarguaglini, uscito indenne ma costretto a dimettersi per i guai con la moglie dirigente di una società del gruppo. Poi Giuseppe Orsi, travolto dallo scandalo della presunta corruzione del governo indiano con una provvista segreta di 51 milioni di cui una decina destinati in Italia, i magistrati dicono una tangente a Lega e Cl. Oggi nella bufera, l’ultimo nominato, Alessandro Pansa, amico di Grilli di lunga data e che deve al ministro, che ha l’ultima parola sulle nomine, il suo incarico.

Pansa, sollecitato da un giornalista de Il Fatto non appena le indiscrezioni sulle parole di Nagel sono diventate certezza, dapprima si è detto disposto a dimettersi nel caso venissero pubblicate. Un’ora più tardi, a mente fredda, non ricorda di aver fatto pressioni su Mediobanca in favore della signora Grilli, nega che Finmeccanica le abbia mai affidato consulenze. Come risulta, del resto, dalle conclusioni dell’auditing interno dell’azienda. Nel famoso pranzo a Roma da Rinaldo, tra Orsi e Gotti Tedeschi (a tavola, non visti, c’erano anche gli inquirenti con una microspia) emergerebbe invece un’altra verità.

I buchi lasciati dalla società  Made in Museum di Lisa Lowenstein qualcuno se li sarebbe dovuti accollare: non Mediobanca che si rifiuta, direttamente Finmeccanica che attraverso i suoi uomini aveva fatto pressioni su Piazzetta Cuccia. Nella registrazione Orsi lo ammette davanti a Gotti Tedeschi il quale chiede se c’è da fidarsi di Nagel. A Orsi non serve fidarsi, perché “me lo ha detto, due verifiche” . Poi, quando la conversazione è finita sui giornali, l’inchiesta di auditing interna che nulla rileva sulle consulenze.