Wikileaks, caso Calipari: “Dagli Usa pressioni anche su Prodi”

Pubblicato il 21 Dicembre 2010 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

Romano Prodi

Nuove rivelazioni di Wikileaks: sul caso Calipari gli Stati Uniti fecero pressioni anche su Romano Prodi. Rivela il sito di Assange: “il 30 marzo 2007, sette mesi prima della decisione della magistratura italiana di non procedere sul caso Lozano, il marine incriminato per la morte di Nicola Calipari in Iraq, l’amministrazione Bush esercitò pressioni sul governo guidato da Romano Prodi perchè facesse ‘sapere’ ai giudici che le azioni sul campo di guerra ‘esulano’ dalla loro ‘giurisdizione'”.

Il tutto è contenuto in un cable che dà conto dell’incontro del marzo 2007 tra l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti Giovanni Castellaneta e John Negroponte, all’epoca vicesegretario di Stato americano e poi nominato “zar” dell’intelligence Usa. Nel testo si legge che, secondo Negroponte, il processo a Lozano “è molto problematico”. Il vicesegretario esorta il governo italiano a far capire al tribunale che “le azioni sul campo di guerra esulano dalla sua giurisdizione”.

“Inoltre – aggiunge Negroponte – “un processo in contumacia è un messaggio orribile e va ‘stopped’ (fermato)”. Castellaneta, da parte sua, evidenzia che “i crimini commessi all’estero ricadono nella giurisdizione di Roma” e che la Corte ha “alzato il livello di gravità del crimine per poter procedere all’estradizione”.

L’ambasciatore italiano “si è detto d’accordo che il caso tra i nostri due governi è chiuso, ma non ha dato molta speranza sul fatto che il governo rallenti o blocchi il processo”, si legge nel dispaccio che dà conto dell’incontro tra Negroponte, Castellaneta e altri responsabili dei due Paesi.

L’ambasciatore italiano – prosegue il testo – si è “impegnato a trasmettere il messaggio al ministro degli Esteri Massimo D’Alema, e ha suggerito una visita del ministro Giuliano Amato a Washington per discutere della questione”. Il 25 ottobre 2009, la terza Corte d’assise di Roma dichiarò la non procedibilità “per carenza di giurisdizione” nel caso Lozano. Decisione confermata in via definitiva nel giugno 2008 dalla prima sezione penale della Cassazione.