Wikileaks: “Morte di Calipari, Roma bloccò le indagini”. Palazzo Chigi: “Rivelazioni infondate”

Pubblicato il 20 Dicembre 2010 - 16:59 OLTRE 6 MESI FA
Nicola Calipari

Nicola Calipari

Secondo una rivelazione di Wikileaks il rapporto italiano sulla morte di Nicola Calipari in Iraq, almeno nella parte che definiva l’uccisione non intenzionale, era costruito ”specificatamente” ad evitare ulteriori inchieste della magistratura italiana, e il governo Berlusconi voleva “lasciarsi alle spalle” la vicenda, che comunque non avrebbe “danneggiato” i rapporti bilaterali con Washington. Lo si legge in un cable siglato dall’ambasciatore Usa a Roma, Mel Sembler, del maggio 2005.

I vertici dell’ambasciata Usa furono convocati il 2 maggio 2005 dall’ufficio del premier per ricevere in anticipo il rapporto italiano sul caso Calipari. ”Presenti all’incontro – riferisce il ‘cable’ siglato da Sembler – il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il sottosegretario Gianni Letta, l’ambasciatore negli Usa Gianni Castellaneta, il capo del Sismi Nicolo’ Pollari, alcuni dei loro consiglieri, e due commissari, il diplomatico Cesare Ragaglini e il generale del Sismi Pierluigi Campregher. Berlusconi non era presente, e non sara’ a Roma fino a domani”. Il 5 maggio, il premier Berlusconi sarebbe intervenuto in Parlamento per discutere il rapporto: ”Sarebbe meglio che il presidente George W. Bush lo chiamasse il giorno prima, in modo che lui possa dire in Parlamento di aver discusso la questione con il presidente”. Nel rapporto, notano gli americani, si afferma tra l’altro che ”gli investigatori italiani non hanno trovato prove che l’omicidio e’ stato intenzionale: questo punto e’ stato ‘designed specifically’ (costruito specificatamente) per scoraggiare altre indagini della magistratura, visto che per la legge italiana possono aprire inchieste sulla morte di cittadini italiani all’estero, ma non in caso di omicidio non intenzionale (Nota: i nostri contatti hanno messo in guardia che i magistrati italiani sono famigerati per forzare queste leggi ai loro scopi, quindi resta da verificare se la tattica del governo italiano avra’ successo)”. ”Il rapporto e’ stato scritto avendo i magistrati in mente”, scrive ancora Sembler.

Nell’incontro del 2 maggio 2005 sul caso Calipari, l’ambasciatore Sambler disse ai rappresentanti italiani che il governo americano “condivideva il desiderio” di Roma che il caso non avesse effetti sulle relazioni bilaterali. A questo riguardo, nel corso dell’incontro con Gianfranco Fini, Gianni Letta, Gianni Castellaneta, Nicolò Pollari e altri, l’ambasciatore disse che ”era importante per Roma non puntare l’indice contro gli Usa, ne’ lamentare una scarsa cooperazione” e che ”noi (gli statunitensi, ndr) vorremmo cercare di continuare a fare lo stesso”. Nel colloquio, il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini disse ”che non si poteva lamentare una scarsa cooperazione” perche’ gli investigatori italiani avevano avuto ”pieno accesso” e che “avrebbe chiesto a Berlusconi (che sarebbe intervenuto il 5 maggio in Parlamento, ndr) di sottolineare la cosa in Parlamento”.

”Il governo” italiano ”bloccherà i tentativi delle commissioni parlamentari di aprire indagini” sulla morte di Calipari in Iraq malgrado vi siano già delle precise richieste delle opposizioni in proposito, scrive il 3 maggio 2005 Sembler il giorno dopo aver incontrato a Palazzo Chigi, tra gli altri, Gianfranco Fini (all’epoca ministro degli Esteri), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il capo del Sismi Niccolò Pollari per discutere del rapporto italiano sulla vicenda.

Gli italiani affermano che ”l’intento del governo (di Roma, ndr) è che l’incidente non debba avere ripercussioni negative sulle nostre eccellenti relazioni bilaterali”, dice ancora Sembler nel cable del 3 maggio 2005.”Il governo italiano vuole mettersi alle spalle l’incidente e auspica che questo rapporto contribuisca a questo esito”. L’ambasciatore statunitense, il suo vice e un consigliere furono convocati il 2 maggio dall’ufficio del premier per ”ricevere” in anticipo una copia del rapporto italiano sulla morte di Calipari”sull’inchiesta congiunta con gli Usa”.

L’Italia è “determinata” a “evitare critiche” al ruolo svolto da Calipari, fatto che ha portato il governo di Roma a ignorare una questione “fondamentale”: “Perché solo una macchina su 30 passate per il check point e’ stata colpita dal fuoco?”, scrive l’ambasciatore Usa in un dispaccio del 9 maggio 2005 in cui commenta l’intervento del premier Silvio Berlusconi alla Camera e al Senato sul rapporto italiano sulla vicenda.

La rivelazione di Wikileaks non lascia ”stupita” Rosa Calipari, moglie del funzionario del Sisde. Lei ebbe già in passato la sensazione che il governo volesse ”mettere i rapporti con gli Usa davanti alla verita”’. Lo afferma all’Ansa la stessa parlamentare del Pd a Montecitorio. ”E’ la sensazione – ha spiegato la vicepresidente dei deputati del Pd – che ho avuto leggendo, mezzora prima che fosse dato alla stampa, quelle pagine del rapporto italiano sulla morte di Nicola che definiva l’uccisione ‘non intenzionale’. Si’, il governo italiano voleva lasciarsi alle spalle il caso Calipari – conclude la moglie del funzionario Sisde ucciso in Iraq – e mettere i rapporti bilaterali con l’America davanti alla verita’. Naturalmente non so nulla di questo dispaccio inviato da Sembler”.

La reazione di Giuliana Sgrena Il Parlamento italiano ”riapra” il caso Calipari dopo le rivelazioni di WikiLeaks sull’atteggiamento del governo italiano attraverso una commissione parlamentare d’inchiesta. E’ l’auspicio espresso da Giuliana Sgrena: ”Solo il Parlamento puo’ riaprire il caso e rendere onore alla memoria di un servitore dello Stato”, dice la giornalista del ‘Manifesto’ che il 4 marzo del 2005 si trovava con Nicola Calipari a bordo della Toyota Corolla sulla quale perse la vita il funzionario del Sismi.

Palazzo Chigi smentisce ”Ancora una volta i resoconti di Wikileaks attribuiti all’ambasciatore americano in Italia corrono il rischio di accreditare posizioni, non solo mai assunte dal governo italiano, ma esattamente contrarie alla verita”’. E’ quanto scritto in una nota diffusa da Palazzo Chigi. ”Evidentemente, in quei resoconti si sono scambiati i desideri con la realta’, le domande con le risposte. E le valutazioni personali di diplomatici americani a Roma si sono trasformate in presunte ”posizioni ufficiali” che il governo italiano non ha invece mai assunto. Inutili quindi, o strumentali, le polemiche su qualcosa che non esiste. I fatti ed i documenti provano, del resto, il contrario di quanto afferma Wikileaks, e cioè la verità. Uno per tutti, la relazione con la quale il governo italiano si e’ dissociato dalle conclusioni dell’inchiesta americana sul caso Calipari. Basta questo per dimostrare come le presunte rivelazioni di Wikileaks siano, ancora una volta, assolutamente prive di fondamento; e, quindi, fuorvianti. Il tenore della nota sarebbe stata condivisa da Gianfranco Fini, allora ministro degli Esteri”.