Zanda: “La grazia non si chiede via Ansa”, Romani: “Berlusconi sia reintegrato”

Pubblicato il 4 Agosto 2013 - 04:49 OLTRE 6 MESI FA
Zanda: "La grazia non si chiede via Ansa", Romani: "Berlusconi sia reintegrato"

Luigi Zanda:”La grazia non si chiede via agenzia di stampa”

Paolo Romani, con Berlusconi dalla prima ora, e Luigi Zanda, presidente dei senatori del Pd, si sono scambiati dure parole attraverso le interviste su Repubblica di Carmelo Lopapa, che ha intervistato Paolo Romani e di Giovanna Casadio, che ha fatto parlare Luigi Zanda.

Paolo Romani, che è stato anche ministro nell’ultimo Governo di Berlusconi,  ha spiegato che la minaccia di elezioni anticipate se il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non concederà la grazia a Berlusconi è stata

“un segnale di forte unità del partito e di compattezza a sostegno di Berlusconi, proprio nel momento in cui altri partiti sono allo sbando, spaccati, frantumati. Ogni opzione è possibile, si aprono nuovi scenari, se non sarà ripristinata la piena agibilità politica di Silvio Berlusconi».

«La richiesta dei due capigruppo sarà formalizzata nell’arco di ore e ci attendiamo una risposta dal Colle a giorni. Noi intanto siamo impegnati nel lancio del progetto Forza Italia».

Finora però non risulta che il presidente Napolitano intenda riceverli.

Osserva Carmelo Lopapa che il presidente Napolitano ha già risposto al direttore di Libero Maurizio Belpietro, sulla impossibilità di accogliere la richiesta di grazia. Replica Paolo Romani:

«Nel frattempo è intervenuta una condanna che è solo figlia dell’accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi e che non corrisponde ad alcun evento realmente accaduto».

«Chiediamo la riforma della giustizia e prendiamo atto che questo governo di larghe intese è l’unica opzione politica sul campo. Ma le reazioni penose di queste ore dei dirigenti Pd, a cominciare da Bersani, dimostrano come la nostra responsabilità nei confronti del Paese non trova alcun riscontro nella posizione dei nostri alleati. Se è così…Non possiamo che ribadire la richiesta forte di rimettere Berlusconi nelle sue facoltà politiche, alla guida della nuova Forza Itala e del centrodestra italiano».

Carmelo Lopapa chiede si andrà alle elezioni in autunno. Risponde Romani:

«Se non c’è alcuna risposta alle nostre richieste, ho l’impressione che l’unica opzione sia quella di ridare la parola agli elettori».

Non sarebbe un rischio con Berlusconi incandidabile?

«Sarebbe solo un’assenza formale, fisica, non certo sostanziale. Il presidente resta il nostro leader. Per questo riteniamo l’annullamento degli effetti della condanna un atto dovuto».

Marina Berlusconi leader al posto del padre? Se ne torna a parlare.

«La priorità in questo momento è dire agli italiani distratti dalle vacanze che stanno tentando di cancellare Berlusconi e i suoi dieci milioni di voti. Un sopruso inaccettabile. Il resto si vedrà in un secondo tempo».

 Luigi Zanda, che guida i democratici al Senato, invita alla cautela:

«I pericoli che corre la nostra democrazia rende necessario che il Pd tenga i nervi saldi. Siamo dentro una crisi economica gravissima e abbiamo davanti a noi la prospettiva di un autunno molto difficile, soprattutto per le fasce più deboli, per i giovani, per i disoccupati, le persone anziane, le famiglie numerose. Ci sono quattro milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà. Fare le bizze politiche in questa situazione è l’ultima cosa che serve all’Italia».

Chiede Giovanna Casadio se il Pd possa accettare i ricatti del Pdl, le dimissioni dei parlamentari e dei ministri berlusconiani come reazione alla sentenza di condanna di Berlusconi. Risponde Luigi Zanda:

«Fatico a credere che nella situazione attuale le dimissioni di massa possano essere una prospettiva seria. Preferisco pensare che siano una dichiarazione politica e basta».

Giovanna Casadio: con la richiesta pressante di grazia per Berlusconi, il Pdl sta tirando in ballo il capo dello Stato.

«L’intero primo settennato di Napolitano e i mesi per lui faticosissimi di questo inizio di secondo mandato sono stati tutti improntati al rispetto dell’autonomia della magistratura. In particolare per quel che riguarda la grazia, tra i meccanismi previsti per avviarne la procedura non ci sono certo le dichiarazioni alla agenzie di stampa».

Fino a quando il Pd avrà pazienza?

«La pazienza è una virtù delle persone, non è detto che sia una virtù politica. Al Pd non è richiesta pazienza, ma senso di responsabilità. Ed è quello che sta dimostrando con i suoi comportamenti politici e parlamentari».

I Democratici vogliono evitare le urne?

«L’Italia ha bisogno di essere governata e le elezioni con il Porcellum sarebbero una prova di avventurismo senza alcuna chance di garantire stabilità al paese».

Quindi si va avanti, anche se molti democratici dicono “basta diktat”?

«Ripeto quel che ho già detto: le nostre colonne d’Ercole invalicabili sono Stato di diritto e separazione dei poteri. Purtroppo c’è un pezzo del sistema politico italiano che sui principi fondamentali della nostra Costituzione fa molta confusione. Sono proprio i pericoli che corre la democrazia italiana a rendere necessario per il Pd tenere i nervi saldi».