Zanda (Pd) ritira il ddl sugli stipendi dei parlamentari ma querela Di Maio

di Dini Casali
Pubblicato il 6 Maggio 2019 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Zanda (Pd) ritira il ddl sugli stipendi dei parlamentari ma querela Di Maio

Zanda (Pd) ritira il ddl sugli stipendi dei parlamentari ma querela Di Maio

ROMA – Il senatore e tesoriere del Pd Luigi Zanda ha annunciato il ritiro del suo controverso disegno di legge per equiparare gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli dei parlamentari europei, proposta oggetto di una campagna tambureggiante da parte dei 5 Stelle che la considera una misura ad hoc per la cosiddetta casta.

Una decisione sofferta perché il senatore ribadisce utilità e correttezza della proposta ma ne comprende il potenziale polemico (senza considerare che anche nel suo partito la mossa è stata vissuta come una scelta un po’ “tafazzista” per non dire autolesionista) e per non offrire il destro ad ulteriori strumentalizzazioni.

Che continua però a giudicare infondate e pretestuose perché il compenso netto mensile dei senatori italiani è attualmente di 11.139 euro, mentre quelli europei si fermano a quota 10mila 499 euro. Contro Di Maio il senatore Zanda ha annunciato anche la querela per aver volutamente distorto il il significato del ddl in questione.

Zanda: “Ritiro il ddl ma querelo Di Maio”. “Quello di Di Maio è un atteggiamento di rarissima arroganza. Non gli basta essere capo partito, vicepremier, guidare due dicasteri: vuole essere anche grande inquisitore e giudice, l’unico autorizzato a violare le regole del suo movimento e a cambiare, come in questo caso, il vero in falso. Attualmente i senatori guadagnano al netto 11.134 euro, quelli europei, a cui il mio ddl equipara gli stipendi, 10.499. Si aggiunga poi che il fisco italiano è più severo di quello europeo”. Così il senatore del Pd Luigi Zanda, replica al leader M5S sulla proposta sull’indennità dei parlamentari dalle colonne del Corriere della Sera in un’intervista concessa Maria Teresa Meli.

E annuncia: “Lo ritirerò oggi, pur considerandolo un’ottima soluzione perché non voglio che il Pd debba subire due volte al giorno le manipolazioni politiche di Di Maio e dei suoi e perché voglio contribuire alla serietà di una campagna elettorale per l’Europa che considero molto importante”. “Però – aggiunge – la distorsione della verità non è tollerabile. Perciò ho dato mandato ai miei legali di citare in giudizio Di Maio perché risponda in sede civile dei danni che mi ha recato distorcendo il significato del mio ddl. Di Maio stia sereno: alla fine la giustizia italiana dirà chi ha ragione”.

I 5 Stelle: “Avevamo ragione. Si vergognino, altro che querela”. “Allora era tutto vero. Zingaretti è stato sbugiardato dal suo stesso tesoriere. Zanda ha dichiarato che ritirerà la vergognosa proposta Pd. Avevamo ragione noi!”. Lo scrive il M5s sul blog delle Stelle tornando sulla polemica sulla proposta di legge sulle indennità parlamentari.

“Se la nostra era solo propaganda e se erano convinti della bontà delle proprie convinzioni politiche perché non sono andati fino in fondo con la loro legge? Caro Zingaretti, la proposta Pd di aumentare gli stipendi dei parlamentari c’era eccome! E Zanda ci è rimasto talmente male che adesso minaccia causa a di Maio. Ma con quale coraggio?” si legge ancora sul blog che continua :”Zanda e tutto il Pd si vergognino. Il Partito Democratico è in confusione totale”. (fonte Ansa)