Usarono il termine “zingaropoli”: Pdl e Lega condannati per discriminazione

Pubblicato il 13 Giugno 2012 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Lega e Pdl sono stati condannati per discriminazione in relazione ai manifesti e ai discorsi nei quali, durante la campagna elettorale del maggio 2011, avevano usato il termine “Zingaropoli”. “Emerge con chiarezza la valenza gravemente offensiva e umiliante di tale espressione, che ha l’effetto non solo di violare la dignità dei gruppi etnici sinti e rom, ma altresì di favorire un clima intimidatorio e ostile nei loro confronti”, scrive il giudice del Tribunale di Milano Orietta Miccichè nella sentenza, depositata lo scorso 24 maggio.

A intentare la causa civile nei confronti dei due partiti politici era stata l’associazione Naga, associazione volontaria di assistenza socio sanitaria e per i diritti di cittadini stranieri, rom e sinti. Il giudice ha stabilito un risarcimento di 3.007 euro, a carico di Lega Nord e Pdl, mentre la rimozione dei manifesti, una delle richieste avanzate dal Naga nel ricorso, ovviamente non è più applicabile perché i cartelloni sono spariti da tempo. I due partiti dovranno rimborsare le spese di giudizio.

“Ma dove vive certa gente? Gli unici discriminati sono i milanesi che vivono nelle vicinanze dei campi rom o che ci litigano quotidianamente in metropolitana, sugli autobus o ai semafori”, è la reazione di Matteo Salvini, neo segretario regionale della Lega. “Che la giunta Pisapia non faccia nulla per risolvere il problema è sotto gli occhi di tutti: i dati della Questura confermano che nell’ultimo anno la presenza di rom e più che raddoppiata e di sgomberi dei campi non se ne parla più. La sentenza – prosegue – non può che incitare la Lega Nord e tutta la gente per bene a continuare a lottare perché a Milano cessino abusi e violenze e la nostra città non rischi di diventare punto di attrazione per clandestini, abusivi e nullafacenti in genere”.