L’accordo salva euro, il New York Times elogia la compattezza della Ue e snobba Berlusconi

Una “riunione storica” lunga una nottata intera, che “ha stabilizzato i mercati ed enfatizzato l’unità dell’Europa”. Gli americani giudicano così il vertice straordinario Ecofin tenutosi a Bruxelles domenica 9 maggio, durante il quale i leader dei 27 paesi dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo definendo un piano salva euro da 750 miliardi.

Sotto la tensione del ticchettio dell’orologio che segna il tempo che passa l’Europa ha compiuto “il suo passo in avanti e ha agito come un organismo unitario”, spiega il quotidiano americano International Herald Tribune, che non cita però alcun “salvataggio speciale” o eroico compiuto dall’Italia o dal premier Berlusconi, che ieri in una nota di Palazzo Chigi si era in qualche modo assunto il merito di tutto l’accordo.

Il giudizio dell’Europa agli occhi dell’America sembra positivo: l’International Herald Tribune, edizione internazionale del New York Times,  parla di una mossa che ha “sfidato ogni aspettativa” e titola così un articolo di commento del patto che ha “salvato” l’Europa. Un weekend dai ricordare nei “libri di storia dell’Europa”, come viene definito, durante il quale sotto la pressione di Washington e Tokyo i leader del vecchio continente hanno approvato il gigantesco pacchetto che ha restituito fiducia ai mercati mondiali, almeno per ora. Gli americani, dunque, fanno sapere così di aver apprezzato gli sforzi europei di salvataggio dell’euro, “un progetto politico la cui mancanza di sostegno economico si è fatta dolorosamente evidente quanto la crisi ha iniziato a rosicchiare il membro più debole”, ovvero la Grecia. “I leader europei – spiega il quotidiano americano – hanno capito che avrebbero dovuto mettere da parte le loro differenze e agire”. Proprio in quella lunga nottata sono tanti i leader politici che hanno agito.

Il quotidiano ricorda che il presidente americano Barack Obama domenica ha chiamato due volte da Washington e ha parlato prima con la cancelliera tedesca Angela Merkel, quindi, tre ore dopo con il presidente francese Nicolas Sarkozy. Il messaggio americano, secondo quanto ha reso noto il portavoce della Casa Bianca è stato forte e chiaro: “Sono necessari passi risoluti e decisivi”. Dunque, durante la maratona di Bruxelles tutte le linee sono rimaste aperte alla voce di Washington e di Tokio, mentre era all’ascolto anche il gruppo dei 7 banchieri centrali. Il quotidiano si chiede come si è giunti in tutta fretta a questa somma che ha messo d’accordo tutti i politici che volevano mantenere il controllo del salvataggio europeo. L’Herald Tribune racconta allora che poco prima della mezzanotte è giunto un messaggio a Parigi per il signor Sarkozy nel quale si diceva che “l’affare” stava per “esplodere”.

Il tutto mentre la Germania premeva per una soluzione che – dice il giornale – includesse prestiti “bilaterali” simili a quelli messi in atto per il salvataggio della Grecia una settimana prima. Mentre l’affare si faceva sempre più confuso il ministro delle finanze francese Lagarde suggeriva di aspettare l’apertura delle borsa di Tokyo e giungere così a un accordo più stabile che tenesse conto delle piazze asiatiche. E’ stato il ministro delle finanze olandese Jan Kees de Jager a presentare l’idea di porre le garanzie in uno speciale pacchetto per raccogliere denaro principalmente sotto forma di prestiti dai mercati.

L’accordo è giunto alle 2.15 del mattino. L’Europa oggi – almeno agli occhi dell’America – può solo “sperare” che il pacchetto approvato “salvi l’euro e calmi i mercati”. Nessun salvataggio eccellente, però, il vecchio Continente ha parlato con una voce sola.

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