Afghanistan, le rivelazioni di Wikileaks sull’Italia: “Mandiamo rinforzi, ma non se ne parli”

Pubblicato il 28 Luglio 2010 - 19:34 OLTRE 6 MESI FA

Mentre gli ultimi due caduti italiani in Afghanistan riaccendono le luci sulla questine della nostra presenza militare nel Paese, Repubblica focalizza l’attenzione sui documenti segreti svelati nei giorni scorsi da Wikileaks che riguardano proprio Roma. Si tratterebbe di centinaia di rapporti, tra i novantamila divulgati dal sito.

In particolare, il nocciolo della questione riguarda i rinforzi militari italiani nel maggio 2007: allora il governo Prodi chiesa a Washington il silenzio a riguardo come condizione.  Il rapporto riguardante l’invio di mezzi italiani in Afghanistan viene classificato come “riservato” e segnato dall’acronimo Noforn: non comunicabile a  governi e persone non americani.

Il titolo del rapporto è significativo: “Afghanistan: L’Italia pianifica altri contributi all’Isaf. Bisogna lavorare con discrezione, ad un livello tecnico”. Ad annunciare l’invio di altri mezzi, nel corso di due incontri, sono il diplomatico Achille Amerio e Gianni Bardinie, dal 2005 capo dell’ufficio responsabile per le problematiche di sicurezza e le questioni NATO della Direzione Generale Affari Politici Multilaterali e Diritti Umani.

I due fanno sapere che l’Italia sta già aumentando, in maniera discreta, “le capacità militari in Afghanistan” e annunciano che pochi giorni dopo,all’incontro dei ministri della difesa alla Nato a Bruxelles, il nostro Paese potrà annunciare ulteriori contributi.

Si fa anche riferimento esplicito allo scontento che il surge italiano propvocherebbe nell’opinione pubblica e tra gli schieramenti politici: “Vista la sensibilità politica dell’Italia sulla missione Isaf, sia Bardini che Amerio hanno sottolineato il fatto che la discussione di altri contributi italiani non dovrebbe essere resa pubblica, ma dovrebbe essere mantenuta a livello di canali tecnici”.

In un altro rapporto dell’aprile del 2007 si cita l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, argomento della conversazione tra il vice segretario di Stato americano John Negroponte e l’ambasciatore italiano a Washington, Giovanni Castellaneta: “L’ambasciatore ha detto che la mancanza di un incontro tra Bush e Prodi – si legge nel documento – sta diventando un problema politico, a Roma, perché è passato un anno dall’elezione di Prodi”.

Sempre in quell’occasione, il diplomatico americano solleva alcune questioni sul caso di Mario Lozano, il militare Usa accusato di aver ucciso volontariamente, il 4 marzo 2005 a Baghdad, il funzionario del Sismi Nicola Calipari subito dopo la liberazione dell’inviata del Manifesto Giuliana Sgrena.Washington vorrebbe risolvere in fretta la questione, evitrando un processo in contumacia. Roma vorrebbe avocare a sé il processo.