La fame nel mondo e i soldi sprecati per combatterla: fondi invariati da 7 anni

Pubblicato il 11 Novembre 2009 - 20:37 OLTRE 6 MESI FA

Oltre un miliardo di persone soffrono di fame, i malnutriti aumentano ma i fondi restano invariati da sette anni. I dati diffusi dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf, che ha presentato il prossimo vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, scioccano ma nello stesso tempo permettono a Medici senza frontiere di lanciare un allarme sugli sprechi degli aiuti alimentari.

I soldi stanziati dai paesi ricchi non superano i 350 milioni di dollari, ma per salvare i milioni di bambini condannati a non avere un pasto adeguato sono necessari 12 miliardi e mezzo (secondo un calcolo della Banca Mondiale).

A una settimana dal vertice sulla fame che si svolgerà a Roma dal 16 al 18 novembre per discutere delle strategie più efficaci per incrementare la produzione agricola e arginare il problema che mette in ginocchio i paesi più poveri, Msf ha il rapporto “Malnutrizione, quanto è stato speso”.

Nonostante per l’assistenza internazionale i fondi siano stati stanziati alle voci «aiuti alimentari per lo sviluppo e sicurezza alimentare» o «aiuti alimentari d’emergenza», meno del 2% viene  speso in interventi specifici contro la malnutrizione infantile.

Per Diouf «la battaglia contro la fame può essere vinta. Quello che serve è l’impegno risoluto degli stessi Paesi in via di sviluppo ed un forte sostegno da parte della comunità internazionale». Diouf ha inoltre lanciato una campagna on line contro la fame, chiedendo al pubblico di firmare un appello per porre fine alla fame.

Lo stesso documento analizza in dettaglio i fattori di fondo che hanno permesso ad Armenia, Brasile, Nigeria e Vietnam di ridurre drasticamente il problema della fame. Quattro sono i denominatori comuni dietro queste storie di successo: innanzitutto la creazione di un ambiente favorevole che promuova la crescita economica ed il benessere; in secondo luogo, gli investimenti nel settore rurale ed il raggiungimento dei più vulnerabili; terzo, far sì che i successi raggiunti siano difesi e mantenuti; ultimo, pianificare un futuro sostenibile.