Amal Clooney contro Cherie Blair e i dollari delle Maldive

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2016 - 07:10 OLTRE 6 MESI FA
Amal Clooney contro Cherie Blair e i dollari delle Maldive

Cherie Blair e Amal Clooney

LONDRA – Oggi potrebbero essere rivelati gli oscuri legami finanziari tra Cherie Blair e il dittatore corrotto del paradiso fiscale che detiene un record spaventoso di violazione dei diritti umani. Lo studio legale della moglie di Tony Blair, che ha sempre vantato il suo lavoro in difesa dei diritti umani, ha guadagnato più di 2.000 sterline al giorno per rappresentare Abdullah Yameen, il presidente delle Maldive. Con un’azione altamente irregolare, lo studio ha ricevuto più di 200.000 sterline da un sospetto truffatore e terrorista attualmente ricercato dall’Interpol. Per questo, la Società della Blair, la Strategia Omnia, potrebbe essere oggetto di un’indagine anti-corruzione da parte dell’Ufficio britannico per le gravi frodi finanziarie e dal governo degli Stati Uniti.

Un’indagine del Daily Mail ha scoperto che la società della Blair:

– Ha accettato di lavorare per sei mesi per la dittatura di Yameen, con un guadagno di 420.000 sterline.
– Ha pubblicamente sostenuto che il suo compito era quello di aiutare a costruire la democrazia e “migliorare la trasparenza nel paese” quando invece Omnia è stata assunta anche per curare le pubbliche relazioni del regime.
– Ha ricevuto 210.000 sterline da Mohamed Allam Latheef, un uomo d’affari accusato di corruzione, traffico d’armi, terrorismo, appropriazione indebita di denaro pubblico per oltre 30 milioni di sterline.
– E’ stata coinvolta in operazioni finanziarie con Abdullah Ziyath, ex capo di un ente turistico, sospettato di collusione con Latheef e sotto processo con l’accusa di aver architettato un furto di più di 50 milioni di sterline dal governo.

La Omnia ha dichiarato di aver preso “molto seriamente” la questione del ricevere denaro da qualcuno che non fosse suo cliente e sta urgentemente “revisionando” il pagamento. La società della Blair è stata ingaggiata dal Governo delle Maldive la scorsa estate, affermando che il suo ruolo era quello di promuovere la democrazia e la trasparenza. Ma dei documenti segreti ottenuti dal Mail rivelano che la compagnia era assunta per consigliare la “diplomazia strategica, la formazione dei media, [e] relazioni con i media internazionali “- e per gestire le pubbliche relazioni durante la battaglia legale del regime con l’ex presidente Mohamed Nasheed, che sostiene di essere stato costretto a lasciare l’ufficio nel 2012 minacciato con una pistola. Nasheed, rappresentato gratuitamente dal legale Amal Clooney -moglie di George Clooney-, venne poi condannato a 13 anni grazie a un processo definito da Amnesty International una “farsa”.

La Omnia Strategy stabilì un accordo per aiutare il governo Maldiviano con due transazioni da 210.000 sterline. Ma perché Cherie Blair è rimasta così attratta dal dittatore di uno dei paradisi fiscali più corrotti e repressivi? Questa era la domanda che circolava la scorsa estate quando l’ex first lady annunciò il suo nuovo cliente. Il suo nome era Abdulla Yameen, dal 2013 Presidente delle Maldive, un governo cleptocratico noto per le sue violazioni sistematiche di democrazia e diritti umani. Circa 1,700 oppositori politici sono stati arrestati dopo l’elezione di Yameen, incluso il carismatico predecessore Nasheed, ora sostenuto da star internazionali come Richard Branson e Amal Clooney.

Ciò che ha reso “straordinaria” la decisione di Cherie Blair sulla scelta del cliente, è stata la sua -quantomeno sulla carta- vita da devota ai diritti umani e alla democrazia. Il senso dell’immagine che voleva dare al pubblico può essere visto nei profili biografici sotto costosi ritratti nei suoi due siti web personali. I profili affermano che, oltre ad ‘essere coinvolta con più di 20 enti di beneficenza‘, la QC ed ex giudice ha dedicato la sua vita adulta professionale alla ‘lotta per i diritti umani‘ ed è ‘una forte sostenitrice dei diritti delle donne’ nonché attivista in tema di ‘responsabilità sociale’.

Eppure stava cercando di favorire gli interessi di un governo il cui appetito per incarcerare i dissidenti lo ha trasformato nella principale repubblica delle banane dell’Oceano Indiano.
Pochi giorni dopo l’arresto di Nasheed, Benedict Rogers, figura importante nella “Tony Blair Faith Foundation”, chiese alla Blair di apporre la propria firma su un articolo scritto da lui: il pezzo descriveva il processo come una “straordinaria messa in scena” e diceva che l’imprigionamento di Nasheed equivaleva alla “morte della democrazia delle Maldive. L’uomo meriterebbe un Premio Nobel esattamente come Nelson Mandela o Aung San Suu Kyi”. Ma la Blair non solo non lo firmò, ma decise dopo poco di difendere l’oppositore despota.

Cosa sta accadendo, dunque? Perché la Blair, a 61 anni, ha accettato questo “sordido” lavoro, come lo definisce il Mail? Un ex ministro del governo Blair ha recentemente sollevato un interessante -se non controverso- punto di vista. “Mi ha sempre colpito la sua insicurezza. E’ dovuta al suo background, tutto nasce da lì: dalla fame di denaro” ha raccontato al Guardian.

In altre parole, l’ex ministro ha suggerito che la Blair abbia cinicamente accettato di rappresentare un despota perché sogna un pingue assegno. Una teoria più che convincente, alla luce di quanto emerso dai due documenti straordinari caduti nelle mani del Mail questa settimana: il primo è una di due fatture da 210.000 sterline che la Omnia Strategy, la società della donna, ha inviato al governo delle Maldive come retribuzione di sei mesi di lavoro. La società afferma che il proprio compito consisteva nell’aiutare il regime di Yameen a portare avanti una strategia di diplomazia, nelle relazioni con i media internazionali e nella gestione della copertura internazionale.

In poche parole, la Omnia agiva da PR del despotico regime. Non c’è nulla di illegale (sebbene qualcuno lo trovi immorale) se non fosse che la società ha sempre descritto il proprio lavoro per il governo differentemente, come aiuto con la sua “riforma legislativa e istituzionale”. “La Omnia non ha fatto che ripetere al popolo delle Maldive che era stata assunta per aiutare il governo” ha raccontato Eva Abdulla, uno dei pochi deputati dell’opposizione Maldiviana ancora abbastanza coraggiosi da avventurarsi pubblicamente in un parere che potrebbe turbare la dittatura.

Il secondo documento segreto, datato 18 settembre, è invece la ricevuta del pagamento di 210.000 sterline -sotto forma di “servizi professionali”- richiesto dalla Omnia al governo delle Maldive. Il conto bancario non risponde però al governo delle Maldive ma alla MC Maldive Pvt Ltd, una compagnia di import-export di tessuti che appartiene a tale Rafiu, imprenditore ben noto già in possesso di un’azienda di tabacco e ricercato dall’Interpol.

Dal canto suo, l’ufficio della Blair interrogato sulla questione ha rilasciato questa dichiarazione: “Stiamo prendendo la questione molto seriamente e crediamo che il nostro cliente al momento non controllasse il conto bancario citato”.

L’oppositrice Abdulla ha poi aggiunto: “Cherie Blair sta lavorando con una delle agenzie più corrotte, per un governo molto corrotto. Si sarebbero già dovuti accendere i campanelli d’allarme quando Omnia, inviata la fattura al governo, ha ricevuto il pagamento da una società privata. Il fatto che abbiano accettato questi soldi a prescindere, ignorando la loro provenienza, ci dice tutto ciò che c’è da sapere sulla società e su chi la gestisce”.

Gli studi legali hanno regole molto severe e sono costretti a segnalare attività sospette che possano indicare il riciclaggio di denaro, e di verificare l’identità dei clienti e l’origine dei fondi; anche le banche devono far fronte al rispetto di norme rigorose, per garantire la non complicità con gli Stati corrotti.

Una recente rivelazione afferma che a marzo dell’anno scorso un uomo molto vicino alla Blair, Toby Cadman, inviò un documento all’ufficio dell’ex presidente Nasheed, offrendo i propri “servizi legali insieme allo sviluppo di una strategia lobbistica a lungotermine” oltre alla comparsa di tre o quattro articoli, a supporto dell’uomo,su testate internazionali. Cadman affermava di voler portare avanti la campagna in TV, su Facebook, Twitter e lasciava dichiarazioni del calibro di: “Il governo delle Maldive dovrebbe rilasciare immediatamente Mohamed Nasheed o se la vedrà con l’isolamento diplomatico ed economico. I turisti dovrebbero boicottare il Paese”.

Tutto ciò sembrava fantastico ai sostenitori di Nasheed, che non caddero nella trappola. “Cadman voleva essere pagato per i suoi servizi, mentre noi abbiamo un team preparatissimo che sta svolgendo il lavoro gratis, tra cui Amal Clooney, quindi dopo averci pensato un attimo non abbiamo avuto dubbi” affermano dall’ufficio di Nasheed.

Membri del Parlamento Inglese hanno chiesto che si faccia luce sui presunti pagamenti effettuati dal Governo delle Maldive alla società della Blair. Sebbene formalmente non sia stata ancora aperta alcuna indagine, un organo di controllo sorveglierà il caso seguendo passo passo le rivelazioni.