Ambasciatori Usa di Obama: ai grandi donatori i posti migliori

Pubblicato il 12 Luglio 2013 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA
Ambasciatori Usa di Obama: ai grandi donatori i posti migliori

Matthew Barzun, super donatore di Obama e nuovo ambasciatore Usa a Londra

ROMA – Ambasciatori Usa di Obama: ai grandi donatori i posti migliori. Obama ricompensa i più attivi e più munifici fra i donatori delle sue campagne elettorali offrendo loro il posto e il prestigio di ambasciatore nelle sedi più allettanti del mondo, in paesi ricchi e tranquilli. Londra, Parigi, Berlino, Roma…Il Guardian prende spunto dalla nomina di Matthew Barzun a Londra per descrivere il punto cui è giunta una pratica non nuova ma forse sfuggita di mano.

Matthew Barzun, “Obama’s chief money-raiser” dice la didascalia sotto il volto più che compiaciuto e l’inappuntabile frac, ha raccolto 700 milioni di dollari per il Presidente come capo della campagna di finanziamento per la rielezione del 2012. Quasi due milioni e mezzo erano i suoi. La cattiva abitudine di servirsi delle ambasciate più prestigiose per ricompensare i donatori non è esclusiva di Obama: un terzo degli ambasciatori non sono diplomatici, la quota resta la stessa. E’ l’ammontare delle entrate raccolte dai futuri ambasciatori attraverso le donazioni che è cresciuto a dismisura.

Senza essere ai livelli di Barzun, John Phillips, l’avvocato di Washington che tra poco si insedierà a Villa Taverna, si è comunque difeso bene: ha infatti messo insieme oltre 500 mila dollari per la campagna presidenziale. Tre volte di più, almeno 1,5 milioni, ha totalizzato John Emerson, investitore californiano, non a caso destinato a un’ambasciata di rango come quella a Berlino.Mentre la signora Jane Stetson, nipote del fondatore della IBM Thomas J. Watson, ha superato i 2,4 milioni di dollari: c’è bisogno di dirlo? E’ in pole position per il contesissimo posto di ambasciatore a Parigi. (Paolo Valentino, Corriere della Sera)

Fatto sta che, calcola il Guardian, oggi i 10 ambasciatori d’oro abbiano personalmente portato in dote a Obama 5 milioni di dollari, mentre solo nel 2005 i 10 ambasciatori degli stessi paesi nominati da Bush padre avevano raccolto 1,3 milioni di dollari. Pare, infine, che quei posti ambitissimi costino agli agiati occupanti parecchi denari privati: gli ospiti stranieri si aspettano sempre chissà che dall’ambasciatore americano, che è costretto a metterci del suo per non sfigurare perché la casa madre non è prodiga. Diplomaticamente, i soldi aiutano.