Arabia Saudita: donne al volante, sabato 26 ottobre la nuova sfida

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 22:29 OLTRE 6 MESI FA
Arabia Saudita: donne al volante, sabato 26 ottobre la nuova sfida

Una donna saudita sfida il divieto e si mette alla guida

ROMA – Il giorno della nuova sfida per le donne alla guida è da tempo fissato per il 26 ottobre, quando tutte le donne in possesso di patenti conseguite in Paesi stranieri sono chiamate a mettersi al volante in Arabia Saudita.

Ma il governo si è già fatto sentire, con un comunicato del ministero dell’Interno che ricordava come ogni donna che guidi compia un atto illegale. Riferisce la Reuters, che il governo si è attivato anche con telefonate dissuasive mirate alle organizzatrici.

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A sostenere la nuova iniziativa contro una delle regole più rigide in vigore nell’ultraconservatrice società saudita – regola che però  non è codificata da nessuna legge precisa – è una petizione che ha raccolto decine di migliaia di firme, e che chiede al governo di concedere alle donne che lo vogliano la possibilità di ottenere la patente. Questo perché ‘non vi è alcuna giustificazione” per tale proibizione. E se è vero, vi si prosegue, che si tratta di una ”decisione sociale”, allora tanto più serve una chiara presa di posizione del governo, anche per evitare che sul tema vi siano ulteriori divisioni.

E se il governo intende ancora mantenere il divieto, i firmatari chiedono che offra ”una valida giustificazione legale”, oppure dia alla stessa società un meccanismo legale con cui esprimere la propria volontà. Ma le risposte giunte dal governo hanno finora gelato le attese delle promotrici, e solo la giornata di sabato rivelerà quanto la tattica delle telefonate dei funzionari alle potenziali ribelli le abbia distolte dal loro intento. I contatti telefonici – secondo la Reuters che ne ha avuto notizia dalle interessate, senza però poterla verificare con una fonte ufficiale – hanno fatto seguito alla protesta di alcuni religiosi conservatori. Quante decidessero di lasciare inascoltati divieti e ammonimenti rischierebbero di incorrere nel reato minore di guida senza patente, ma anche in quello piu’ grave di fare una manifestazione di protesta, vietata nel regno.

Proprio per essersi filmata mentre guidava, nel giugno 2011, e aver messo il video su Youtube, l’attivista Manal El Sharif scontò nove giorni di carcere. Ma il suo esempio è stato seguito da altre, e ormai il movimento per il diritto delle donne alla guida è come un fiume carsico, che riaffiora ricorrente. A dargli sostegno, di recente, l’intervento di tre donne componenti del consiglio consultivo della Shura, che hanno chiesto che il divieto venisse posto in discussione.