Armi chimiche in Siria, ultimatum Obama e Clinton: “Se le usate interveniamo”

Pubblicato il 3 Dicembre 2012 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA
Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton (Foto Lapresse)

DAMASCO – La Siria potrebbe avere armi chimiche. Se le usasse gli Stati Uniti sono pronti ad intervenire.Lo ha spiegato prima Hillary Clinton e lo ha ribadito con una dichiarazione asciutta e chiara anche il presidente Barack Obama: “Se il regime di Assad dovesse usare armi chimiche sarebbe inaccettabile e ci sarebbero delle conseguenze”.

Lo spettro delle armi chimiche, che scatenò la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein, si allunga anche nella guerra civile in Siria tra i ribelli dell’Esercito di liberazione e il regime di Bashar al Assad. 

Prima di Obama era stato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton,  a rispondere subito alle informazioni secondo cui Damasco starebbe spostando i propri arsenali, e avrebbe anche armi chimiche tra cui gas nervini come il Sarin, e il letale Vx, oltre all’iprite.

Le armi chimiche, ha avvertito Clinton, sono “una linea rossa per noi. Ancora una volta abbiamo avvertito Assad, il suo comportamento è da condannare, le sue azioni contro il popolo siriano sono tragiche”.

Ancora più determinato di Clinton è stato Obama: “Il mondo sta guardando”, ha ammonito il presidente rivolgensdosi esplicitamente “ad Assad e a chi obbedisce ai suoi ordini”. Il presidente americano – intervenendo a Washington a un incontro di esperti sul rischio di una nuova proliferazione delle armi nucleari – ha quindi avvertito come “l’uso di armi chimiche sarebbe totalmente inaccettabile e se qualcuno farà il tragico errore di usare queste armi ci saranno conseguenze e ne dovrà rispondere”. Obama ha quindi ribadito come gli Usa “continueranno a sostenere le legittime aspirazioni del popolo siriano e a collaborare con l’opposizione fornendo aiuti umanitari”. Il presidente ha confermato che l’obiettivo è quello di aprire in Siria “un processo transizione verso una Siria libera dal regime di Assad”.

“L’attività che abbiamo monitorato suggerisce un qualche tipo di preparazione all’uso delle armi chimiche”, ha detto un funzionario Usa al Nyt, precisando che lo spostamento degli armamenti è di natura diversa da quello verificato mesi fa, quando gli arsenali vennero messi solo in “luoghi più sicuri”, secondo quanto riferito dal regime siriano.

“In risposta alle dichiarazioni del segretario di Stato americano, ha detto il ministro degli Esteri di Damasco, la Siria ha ripetutamente sottolineato che non impiegherà mai in alcuna circostanza contro il proprio popolo questo tipo di armi, se fossero disponibili”.

Intanto le Nazioni Unite hanno deciso di ritirare dalla Siria tutto il personale “non essenziale”, circa 25 su cento.