Armi segrete di Putin, anche un altro diceva di averle. Gli Usa sparano i soldi. Il crinale 9 maggio

Putin evoca "armi segrete e mai viste se...". Gli Usa mobilitano la loro arma più potente: "enormi fondi" all'Ucraina per i prossimi 5 mesi. Il 9 maggio, un crinale: se quel giorno Putin non avesse bandiera russa su Donbass e costa meridionale, allora potrebbe proclamare mobilitazione nazionale e allargare una guerra che la Russia non riesce a vincere.

di Lucio Fero
Pubblicato il 28 Aprile 2022 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Armi segrete di Putin, anche un altro diceva di averle. Gli Usa sparano i soldi. Il crinale 9 maggio

Armi segrete di Putin, anche un altro diceva di averle. Gli Usa sparano i soldi. Il crinale 9 maggio FOTO ANSA

Putin ha minacciato di far vedere “armi mai viste”. Le ha davvero? Davvero la Russia dispone di armi segrete? Di certo Mosca ha un arsenale nucleare capace di annichilire, se usato, uno o più continenti. Ma il possesso e la disponibilità da parte russa dell’arma “fine di mondo” per potenza e “invisibile e inarrestabile” per perfezione e innovazione tecnologica appartengono rispettivamente alla sceneggiatura cinematografica e alla propaganda di guerra. Putin ha già, a vantaggio del palcoscenico internazionale, messo in stato di allerta le sue forze nucleari. Lavrov ministro degli Esteri russo ha già più volte verbalmente rimosso il tabù dell’uso sul campo di battaglia di armi nucleari. La minaccia non ha prodotto l’effetto sperato e cioè l’abbandono da parte dell’Occidente dell’Ucraina alla conquista, soggezione e annessione russa. Ecco quindi la comparsa delle “armi segrete e mai viste” evocata da Putin.

Le armi segrete un bluff?

Per incenerire il pianeta o parte di esso Putin non ha bisogno di “armi segrete mai viste”. Gli basterebbero quelle note e, per così dire, classiche di cui già dispone? E allora perché dar mostra di avere di peggio e di più? Perché la conquista militare del Donbass e dell’Ucraina meridionale è lenta e sanguinosa, dissangua l’Armata di invasione e il suo passo non garantisce la vittoria. Perché il flusso di armi moderne e tecnologicamente efficaci dall’Occidente all’esercito ucraino ha ridotto la sproporzione qualitativa tra combattenti russi e ucraini. Perché l’Armata russa mostra vaste crepe di inefficienza, ed è forse questa la sorpresa più grande di questi due mesi e passa di guerra. A partire dal primo giorno, quando le forze speciali d’assalto russe hanno fallito l’obiettivo aeroporto di Kiev e quindi bruciato la strategia della guerra lampo.

Quel giorno il meglio dei reparti d’assalto russi è stato respinto e decimato, la potenza militare russa si è visto nei mesi successivi è quantità tanta, qualità poca. Ecco perché Putin evoca armi segrete mai viste. E’ una minaccia ma al tempo stesso anche un allarme, un minacciare ma anche un chiedere. Dice letteralmente Putin: se ci saranno “interferenze straniere” in Ucraina. Quel “se” non ha ragion d’essere, altro che “interferenze”, l’Occidente arma ogni giorno la Resistenza ucraina ai russi. E allora quel “se” va interpretato e letto: vuol dire se mi fate perdere la guerra…

Putin minaccia a vuoto?

Tutt’altro. Se non convince/costringe l’Occidente a smettere di aiutare l’Ucraina Putin la battaglia d’Ucraina non la vince. Al massimo occupa un quarto del paese invaso con successivi costi insostenibili per tenerlo militarmente. Deve convincere/costringere l’Occidente a mollare. Per riuscirci non esiterà a bombardare linee di rifornimento e convogli, fossero anche in Polonia o Slovenia o Romania. Non esiterà a cercare di rimandare a casa in una bara qualche consigliere militare occidentale. Non ora ma già domani potrebbe non esitare a bombardare con una atomica tattica, cioè di corto raggio. E’ parte integrante della strategia di Putin mettere fuori combattimento l’Occidente minacciando i primi e anche i secondi gradini della scala che porta alla guerra totale. Però l’accenno ad “armi segrete e mai viste” è anche una spia comportamentale, segnala una quota di disperazione nella ricetta della minaccia. Vincerò la mia guerra, vinceremo con le armi segrete e mai viste lo diceva anche un altro…

Biden e gli “enormi fondi”

Nelle stesse ore in cui Putin evoca armi segrete gli Usa mobilitano una delle loro armi migliori: sparano soldi, miliardi, anzi letteralmente “Fondi mai visti”. Biden ha ottenuto dal Congresso l’autorizzazione a spendere senza limiti per sostenere militarmente l’Ucraina. Da notare che in questo l’America è insolitamente compatta: fermare la Russia è doveroso e indispensabile sia per i repubblicani che per i democratici e nel paese non c’è un trumpismo che assuma vesti pacifiste o neutraliste. Al contrario in maniera quasi bipartisan negli Usa si valuta se esista davvero la possibilità sia militare che economica di punire la Russia e non solo fermarla.

9 di maggio, un crinale e un rischio

Si è detto mille volte che il 9 di maggio, data della vittoria dell’Urss sul Terzo Reich, sarebbe il giorno scelto da Putin per proclamare la vittoria. Scelto e fissato l’appuntamento con la vittoria al 9 di maggio. Ma al 28 di aprile la vittoria fa sapere ai russi che, almeno per ora, non è proprio in grado di esserci all’appuntamento. In questo si registrano punte di disperazione nella propaganda russa, ad esempio Putin che solennemente proclama due volte la fine di ogni attività e resistenza ucraina a Mariupol e poi artiglieria e aviazione russe che bombardano Mariupol…Se, come al momento appare possibile se non addirittura probabile, al 9 di maggio bandiera russa non sventola su tutto il Donbass e su tutta la costa sud, da Odessa a Mariupol, quale 9 maggio sarà il 9 maggio 2022 a Mosca? Potrebbe essere il 9 maggio della mobilitazione nazionale proclamata da Putin a difesa della Russia minacciata. Potrebbe essere il 9 maggio russo quello in cui la Russia allarga una guerra che non riesce a vincere.

L’ammuina pacifista italiana

Inscalfibile da qualunque scheggia di realtà, in Italia procede alacre l’ammuina pacifista. Ammuina perché è fondamentalmente recitazione, a volte consapevole, più spesso ignara di essere appunto recita su copione. Si prenda ad esempio la postura M5S alla Conte che chiede di discutere se non revocare l’ultimo invio di armi italiane all’Ucraina. Ottimo argomento per eccitare un talk-show in tv. Il grottesco è che il decreto relativo è già da giorni in Gazzetta Ufficiale, con relative firme dei ministri, tra cui quella di Di Maio. Chiedono di discutere ciò che hanno già votato, di fermare ciò che è già partito. Fano dunque piena e coerente ammuina. Matteo Salvini da par suo sferza i leader, vuole, lancia un incontro tra leader per parlare di pace. Dice: “di guerra ne parliamo ogni giorno, voglio parlare di pace”.

Purtroppo anche per Salvini la realtà non è un menù in cui si sceglie e dopo settimane di pasta al sugo si passa al risotto. Parlare di pace detto e propagandato così significa null’altro che parlare di nulla. E’, appunto, ammuina. Però attenzione: l’ammuina non è accidente della cultura e azione politica di M5S e anche Lega, al contrario ne è sostanza. Di fronte al tremendo irrompere nella realtà e nella nostra vita della guerra tra Russia e Occidente questa cultura e azione politica cercano l’esenzione, lo sconto, il condono, sono pronte ad esigere l’impossibile e cioè il chiamarsi fuori.

Costi quel che costi, l’ammuina pacifista ha come programma il tenersi il gas russo, la protezione militare occidentale, la capacità di indebitarsi e spendere stando nella Ue e insieme il chiamarsi fuori dalla Nato, dagli impegni militari d’alleanza, dalle sanzioni e, se capita, anche dall’inflazione. Ammuina che è l’anima e la postura troppo spesso l’unica e dominante del dibattito pubblico: fioccano sondaggi che domandano, niente meno, se preferibile sia la pace o la guerra, se sia meglio inviare o no armi e ne ottengono, ma guarda un po’, maggioranze di persone che hanno un’opinione migliore della pace rispetto alla guerra. Anche questa è ammuina e non delle più innocenti.