Gli Stati Uniti di Barack Obama avevano suscitato “speranze riguardo a una nuova politica mediorientale” ma l’America ha fallito, ora “non ha influenza perché non sta facendo niente” e non c’é più tempo per aspettare. Lo afferma il presidente siriano Bashar al Assad in una lunga intervista a Repubblica, nella quale descrive i contorni del nuovo quadro geopolitico che si sta profilando nella regione e sottolinea: E’ “scoccata una nuova era, un’intesa fra le potenze del Medio Oriente sta ridisegnando l’assetto della regione”.
“Dopo il fallimento Usa, in Medio Oriente inversione di rotta. “Vedo in atto un cambiamento epocale – spiega – non solo nella regione. Ci sono Paesi come Cina e Brasile, che non aspettano più che sia Washington ad assegnare le parti”. E in Medio Oriente quello in corso non è “un’inversione di rotta”, piuttosto una “presa di coscienza di una realtà: del fallimento dell’America e dell’Europa nel risolvere i problemi del mondo nella nostra regione”. Fallimento da cui affiorano necessariamente altre alternative: una mappa geostrategica che allinea Siria, Turchia, Iran, Russia, accomunate da politica, interessi, infrastrutture.
La Russia riafferma il suo ruolo. Prende forma un unico spazio che unisce cinque mari: Mediterraneo, Mar Caspio, Mar Nero, Golfo Arabo e Mar Rosso. E cioé il centro del mondo”. Quanto a Mosca, Assad sottolinea che “tutti vogliono avere un ruolo in questa regione” e “anche la Russia ha i suoi interessi”. I russi, dice, “non hanno mai creduto che la Guerra Fredda fosse finita. E neppure noi. Ha soltanto cambiato forma, si è evoluta con il tempo. La Russia sta riaffermandosi. E la Guerra fredda è la normale reazione al tentativo americano di dominare il mondo”, ha aggiunto.
“La pace con Israele se restituisce il Golan”. Sui rapporti con Israele, Assad spiega che “se Israele è pronta a restituirci il Golan, noi non possiamo dire di no a un trattato di pace”. Ma “solo una soluzione complessiva garantisce la pace, quella vera” e un accordo che non risolve la questione palestinese sarebbe più “una tregua che una pace”.
I negoziati di pace. Se gli Usa, che restano “l’unica grande potenza” vorranno avere “una parte nei negoziati, aggiunge, saranno “determinanti nella fase finale, quando servirà la garanzia della comunità internazionale”. Anche se la fase di negoziati attuale “tutti sanno che non porterà a niente”, Assad è convinto che “la pace prima o poi arriverà. Non accadrà nel prossimo futuro, Israele adesso non è pronto a un’intesa” e la società israeliana “é andata troppo a destra”. Ma Israele “ha perso uno dei suoi principali deterrenti”, il “potere delle armi” che gli arabi “non temono più”.