Assange: "Senatore in Australia? Difenderò la libertà dei media"

Pubblicato il 27 Marzo 2012 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA

SYDNEY – Il fondatore di Wikileaks Julian Assange, se avra' successo la sua candidatura per il Senato australiano, sara' ''un fiero difensore della liberta' dei media'' e usera' le immunita' parlamentari per prevalere sugli ordini di soppressione dei tribunali e su altre ''costrizioni eccessive'' al libero accesso alle informazioni.

Nella sua prima intervista da quando ha dichiarato l'intenzione di candidarsi nelle elezioni del 2013, Assange ha detto al Sydney Morning Herald che la sua priorita' sara' di battersi per una maggiore trasparenza nel governo, per quella che ha definito ''la politica di capire prima di agire''.

In campo internazionale, secondo Assange la diplomazia australiana deve considerare che gli Usa sono avviati a un serio declino nei prossimi 15-20 anni ''fino al collasso del loro status di superpotenza'' e deve quindi coinvolgersi molto di più su scala regionale.

La settimana scorsa Wikileaks ha annunciato via Twitter di aver scoperto che Assange puo' candidarsi per il Senato australiano anche se e' agli arresti domiciliari, e che ha deciso di farlo. Non ha stabilito pero' in quale stato candidarsi, avendo vissuto in Victoria, Nuovo Galles del sud e Queensland. E dovra' decidere se presentarsi come indipendente, cercare un'alleanza con un partito, verosimilmente i Verdi, o stabilirne uno suo dedicato a lottare per un governo aperto.

E' certo comunque che sosterra' un candidato nel collegio della premier laburista Julia Gillard, che egli accusa di non averlo protetto come cittadino australiano. La Gillard aveva condannato la pubblicazione dei documenti segreti Usa come un'azione illegale, nonostante fosse ancora in corso un'inchiesta della polizia federale, che ha poi stabilito che non era stato commesso alcun reato in Australia.

Assange è agli arresti in Gran Bretagna in attesa che si concluda l'iter processuale per una sua estradizione in Svezia, dove e' accusato da due donne di molestie sessuali e stupro per non aver utilizzato preservativi nel corso di rapporti consensuali. L'australiano aspetta il verdetto della Corte suprema sull'appello contro l'estradizione in Svezia, che secondo Assange sarebbe il preludio a una seconda estradizione in Usa, dove e' considerato un 'nemico della nazione'.