Austerity made in Usa: in pensione a 69 anni e tagli per 4 mila miliardi di dollari

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

Contro la crisi gli Stati Uniti pensano di mandare in pensione i lavoratori a 69 anni (l’ultimo gradino nel 2075). Sacrifici per tutti in nome del risanamento dei conti pubblici. Il titolo della proposta della Commissione sulla responsabilità fiscale è emblematico: «Il momento della verità». Ma nella cura messa a punto da Washington c’è di più:  tagli di spesa per quattromila miliardi di dollari e maggiori entrate fiscali nei prossimi dieci anni con la speranza di riportare il debito pubblico al 60% del Pil entro il 2023. E poi ancora riduzione del 10% del numero di dipendenti federali, sforbiciata alle spese discrezionali del Congresso, controllo dei soldi elargiti dalla sanità pubblica per gli anziani (Medicare) e un aumento del prelievo fiscale (1.700 dollari l’anno in più per il contribuente medio).

Ma cosa farà il Congresso davanti a un simile progetto? Secondo i due che hanno presentato il documento, il democratico Erskine Bowles e il repubblicano Alan Simpson, ci sarà la riscossa delle «lobby», pronte a battagliare per bloccare tutto.

La sfida al Congresso se ci fosse dovrebbe giocarsi su almeno 14 sì, ma sarà dura. «Non so quanti voti avremo» ha detto ieri il democratico Bowles, «ma so di certo che da oggi risulta evidente a tutti che il problema è reale, grave e non rinviabile. Che tutte le soluzioni possibile sono dolorose: non abbiamo davanti scelte facili».