Caso Battisti, è ufficiale: il Brasile dice no all’estradizione. L’Italia vuole richiamare l’ambasciatore

Pubblicato il 31 Dicembre 2010 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

Cesare Battisti

Cesare Battisti non sarà estradato in Italia. La conferma di quella che era ormai un’ipotesi altamente probabile è arrivata dal ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim.

Il ministro degli Esteri brasiliano ha anche detto di non ritenere che il presidente Lula si metterà in contatto con le autorità italiane. A una domanda se considera che le decisioni di Brasilia su Battisti possano pregiudicare i rapporti con l’ Italia, Amorim ha risposto ”non credo”.

La Farnesina ha reagito facendo sapere di voler richiamare a Roma l’ambasciatore d’Italia in Brasile, Gherardo La Francesca, per consultazioni.

Nell’ultimo giorno del proprio mandato, il presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva ha preso la decisione che il governo italiano paventava. E prima di passare le redini del paese alla pupilla Dilma Rousseff ha deciso di concedere asilo politico all’ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, condannato in Italia per quattro omicidi.

Il Governo brasiliano ha fatto anche sapere di considerare ”impertinente in particolare nel riferimento personale a Lula” la nota diffusa ieri dal Governo italiano circa il caso Battisti.

Secondo la nota del governo brasiliano, riportata dal quotidiano Globo online, la decisione di Lula non rappresenta un affronto verso un altro paese “nel momento in cui si creano situazioni particolari che possono generare rischi per la persona, nonostante il carattere democratico dei due Stati”. Nella nota il governo brasiliano esprime quindi il suo “stupore” per la reazione italiana.

La “amarezza” di Berlusconi. ”Esprimo profonda amarezza e rammarico per la decisione del Presidente Lula di negare l’estradizione del pluriomicida Cesare Battisti nonostante le insistenti richieste e sollecitazioni a ogni livello da parte italiana. Si tratta- afferma il presidente del Consiglio in una nota diffusa da Palazzo Chigi – di una scelta contraria al più elementare senso di giustizia”.

”Esprimo ai familiari delle vittime tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza e l’impegno a proseguire la battaglia perché Battisti venga consegnato alla giustizia italiana. Considero la vicenda tutt’altro che chiusa: l’Italia non si arrende e farà valere i propri diritti in tutte le sedi”, conclude Berlusconi.

Le reazioni italiane. Poche ore prima che arrivasse la notizia ufficiale, nella mattinata del 31 dicembre,  Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso a Milano dai Pac, si era detto pronto “chiedere che sia chiusa l’ambasciata brasiliana in Italia” e “che si apra una crisi diplomatica”nel caso di un no brasiliano all’estradizione. ”Ora lasciamo il fioretto e impugnamo la spada, perché se il rispetto delle regole porta a questo, d’ora in poi useremo il pugno di ferro. Quei politici, quei giudici andrebbero presi e portati su un aereo per venire in Italia e capire le sciocchezze che hanno detto”, ha spiegato Torregiani.

Dure anche le parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa all’Ansa:  ”La peggiore previsione si è realizzata”, ma l’Italia ”non lascerà nulla di intentato” affinché il Brasile ”receda da questa decisione ingiusta e gravemente offensiva”.

L’annuncio del ministro degli Esteri del Brasile sul no all’estradizione ”arriva in un momento – afferma La Russa – in cui il mio pensiero è concentrato sul nuovo lutto in Afghanistan, dove oggi è caduto un altro militare italiano”. Tuttavia, ”questo non mi impedisce di dire – aggiunge – che nulla resterà intentato sul piano giuridico e su qualunque altro aspetto consentito dalla legge, affinché il Brasile receda da questa decisione, per fortuna non definitiva, che oltre ad essere ingiusta e gravemente offensiva dell’Italia, lo è soprattutto della memoria delle persone assassinate e del dolore dei familiari di tutti coloro che hanno perso la vita per responsabilità dell’assassino Battisti”.

Il Ministro degli Esteri Franco Frattini e la Farnesina esprimono ”il più vivo sconcerto e la profonda delusione per una decisione insolita rispetto alla stessa prassi istituzionale brasiliana, che contraddice i principi fondamentali del diritto e offende i familiari e la memoria delle vittime dei gravissimi atti di violenza commessi da Cesare Battisti”. Lo sottolinea una nota spiegando che ”tanto più incomprensibili ed inaccettabili agli occhi del governo italiano e di tutti gli italiani appaiono le modalità dell’annuncio e il riferimento, nelle motivazioni della decisione, al presunto aggravamento della situazione personale di Battisti”.

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