Berlusconi elogia la Cina: “Fabbrica del mondo e potenza diplomatica”

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi guarda alle prodezze dagli occhi a mandorla ed elogia la Cina come “fabbrica del mondo e potenza diplomatica”.

Nel clima da “obiettivo 100 miliardi di dollari“, quelli da raggiungere nell’interscambio tra Italia e Cina entro i prossimi 5 anni, il presidente del Consiglio ha aperto a Pechino.”La Cina è meno conosciuta in Italia di quanto l’Italia lo è in Cina. Questa è una lacuna che è urgente colmare”. Ha parlato così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, inaugurando, insieme al premier Wen Jiabao, l’anno della cultura cinese in Italia, aggiungendo che è intenzione del governo dare all’iniziativa ”il massimo rilievo”.

”Lo impongono – ha aggiunto Berlusconi – le nostre ottime relazioni bilaterali e il ruolo cinese sulla scena internazionale”. “Successi economici e commerciali della Cina” e ”la crescita diplomatica” del paese asiatico. Sono questi i punti principali del discorso pronunciato da Berlusconi. Il premier ha citato ”i 400 anni dall’arrivo in Cina di padre Matteo Rizzi” e ”il 40/o anniversario dell’inizio delle relazioni bilaterali tra i due Paesi”.

Berlusconi ha sottolineato ”lo stato eccellente” dei rapporti con la Cina, ”frutto di una strategia di partenariato, iniziata nel maggio 2004 in occasione della prima visita di un leader cinese”. Il Cavaliere ha perciò elencato ”i sette accordi istituzionali sulla giustizia, sulla cooperazione economica, sullo sviluppo tecnologico, sull’educazione e sulla cultura è meno conosciuta in Italia, di quanto accada per l’Italia in Cina e questa è una lacuna da colmare” anche per ”il ruolo crescente della Cina nelle relazioni economiche e civili che l’hanno portata a superare il Giappone economicamente ed essere la seconda potenza economica dopo gli Usa”.

”Dal 2001, quando è entrata nel Wto, ha bruciato le tappe”, ha aggiunto sottolineando che quella del gigante asiatico è”una forza lavoro senza uguali per numero e costo” che hanno portato il Paese ”ad essere la fabbrica del mondo”. Berlusconi ha perciò citato una serie di statistiche sulla potenza economica del paese asiatico per poi rimarcare come ”ai successi economici e commerciali abbia affiancato una crescita nella diplomazia internazionale”. Per il premier italiano la Cina non è interessata ad una ”governance bipolare o monopolare ma ad una crescita multipolare” che ”l’Italia, a differenza di altri, vede positivamente” come ha dimostrato ”nel 2009 invitando i paesi emergenti al G8 di L’Aquila”.