Berlusconi: “L’Italia non spara”. Francia sfrattata dalle basi?

Pubblicato il 21 Marzo 2011 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi con Gheddafi

ROMA – “Roma non ha mai sparato e non sparerà”. Pesano le parole di Silvio Berlusconi sull’Italia che sembrava già mezza pentita su quella che tutti chiamano “guerra” in Libia. I nostri aerei non sganceranno bombe, dice chiaramente il premier. ”Non hanno sparato e non spareranno. Sono lì per pattugliamento e per garantire la no fly zone”. E mentre tutti invocano l’intervento dell’Alleanza atlantica chiarisce: ”Desideriamo che il comando delle operazioni passi alla Nato e che ci sia un coordinamento diverso da quello istituito finora. Abbiamo offerto le basi, era impossibile non farlo”.

L’operazione Tripoli, fortemente voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy e che ha incassato il beneplacito dell’Onu, è partita ma ha creato attriti tra Roma e Parigi e ora la Francia rischia di essere sfrattata dalle nostre basi. Se la missione in Libia non passerà sotto comando Nato, ”l’Italia avvierà una riflessione sull’uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perché l’Italia riprenda il controllo delle sue basi”, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in una conferenza stampa a Bruxelles dopo l’incontro tra i capi delle diplomazie dell’Ue.

Berlusconi con Sarkozy, Obama, Merkel, Medvedev...

Frattini ha insistito sulla necessità di passare ad un coordinamento della Nato per ”evitare i rischi di una moltiplicazione dei centri di comando”. ”Io voglio lavorare perché la Nato assuma il comando delle operazioni e perché ciòavvenga entro domani e dopodomani”, ha ribadito. ”Se non dovesse avvenire, dovremo fare valere il principio sul fatto che le responsabilità delle azioni di ciascuno possono ricadere su tutti gli altri. Se non dovesse avvenire – ha precisato – studieremo una soluzione operativa perché gli atti di qualcuno fuori dalla mia responsabilità non ricadano su di me. Se non fosse raggiunto un accordo per il passaggio del comando delle operazioni in Libia alla Nato, l’Italia considererebbe l’idea di istituire un proprio comando nazionale separato per gestire le attività di comando e controllo di tutte quelle operazioni militari”.

Per quanto riguarda le basi, ciò significa – ha ribadito – che l’Italia avvierà una riflessione e studierà una soluzione operativa per riprenderne il controllo, il comando. Roma ha messo a disposizione della “coalizione dei volenterosi” sette basi.

Di tutta risposta Sarkozy ha fatto scendere in campo il generale Philippe Ponthis, portavoce del ministero della Difesa per replicare a quello che è suonato come un aut aut italiano. ”La Francia applica pienamente e unicamente la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, che corrisponde anche alla visione della diplomazia italiana”.