Morte Bin Laden=balzo della popolarità di Obama, ma potrebbe non durare molto

di Licinio Germini
Pubblicato il 6 Maggio 2011 - 19:50| Aggiornato il 7 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente Barack Obama

WASHINGTON, STATI UNITI – Secondo i primi sondaggi dopo la morte di Bin Laden, il presidente Barack Obama è volato al 57% di popolarità, un balzo in avanti di 11 punti rispetto al mese scorso.

Ma i ”keepers”, i suoi consiglieri più stretti, lo hanno avvertito che questo impressionante salto potrebbe essere effimero, e per una ragione molto semplice: passata l’euforia per la dipartita del capo di Al Qaeda, l’elettorato tornerà a ricordarsi che l’economia va di male in peggio, che la disoccupazione resta inchiodata al 9 per cento e che – fatto cruciale per gli americani e la la loro ”love story” con l’automobile – il costo della benzina non è mai stato così alto.

Quindi, secondo la maggioranza degli osservatori, il comprensibile attuale aumento della popolarità di Obama per via dell’uccisione di bin Laden, avrà relativamente poco a che fare con la sua popolarità quando tra un anno arriverà il momento della lotta per la conquista della Casa Bianca.

Di qui ad allora la straordinaria operazione delle Navy Seals, ordinata dallo stesso Obama ignorando i concreti rischi di fallimento, non sarà molto più che un ricordo quando la gente continuerà a cercare lavoro o si recherà alle stazioni di servizio per fare il pieno.

Gli analisti hanno paragonato il forte aumento di popolarità del capo della Casa Bianca a quello registrato da George W. Bush nel dicembre del 2003, quando guadagnò l’8% dopo la cattura di Saddam Hussein. Anche allora, seppure a fatica, Bush venne rieletto.

Sarà così anche per Obama? I dubbi non mancano: oggi tutti gli osservatori si chiedono se quest’enorme spinta di popolarità svanirà di fronte alle persistenti difficoltà economiche, o dara’ invece – eventualità considerata però meno probabile – a Obama un sicuro vantaggio in vista del voto di novembre 2012.

Ma occorre ricordare la prima campagna presidenziale di Bush, quando languiva nei sondaggi e un suo saggio consigliere coniò lo slogan ”it’s the economy, stupid!” (è l’economia, stupido!), intendendo che se voleva essere eletto Bush doveva concentrarsi sull’economia e dare agli americani la sensazione, o almeno l’illusione, che sarebbe migliorata. Bush fu eletto.

Quello che è certo è che, come scrive il New York Times, dopo l’attacco dei Navy Seals, Barack Obama s’è tolto definitivamente di dosso la fama di ”professore di diritto”, ”garantista”, un po’ ”timido e titubante”, a digiuno di cose militari e inadeguato a difendere la sicurezza di un Paese tuttora in guerra contro il terrorismo. Quel mito della ”debolezza del signor Obama”, così come titolavano i giornali newyorchesi, e’ probabilmente tramontato per sempre.

E’ un fatto nuovo, di cui il partito repubblicano deve prendere atto rapidamente se vuole recuperare consensi e presentarsi come alternativa credibile ai democratici alle prossime elezioni. Ma a giudicare dalle prime reazioni disorientate dei futuri, potenziali candidati, per il Grand Old Party non sarà una passeggiata nel bosco mettere in difficoltà la marcia di Obama verso la rielezione.

Una vignetta sul Washington Post, di tendenze liberal, la dice lunga, con micidiale ironia, su queste difficolta’, ritraendo un Donald Trump, improbabile aspirante repubblicano alla Casa Bianca, che mentre legge il giornale, commenta: ”Ora voglio vedere il certificato di morte di bin Laden”.