Brasile da record: +9 per cento di pil, supera anche India e Hong Kong

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 21:02 OLTRE 6 MESI FA

Luis Inacio Lula da Silva

Va al Brasile il premio per la maggiore crescita economica nel 2009, almeno tra le nazioni al di fuori dell’Asia: nel primo trimestre del 2010 il pil carioca ha registrato un più 9 per cento, superiore persino a quelli di India e Hong Kong.

A quattro mesi dalle presidenziali, a cui non potrà partecipare perché la Costituzione vieta un terzo mandato, il presidente Luis Inacio Lula da Silva ha potuto esultare dicendo che “questo che viviamo è un momento d’oro: è di una crescita esuberante”.

Il forte aumento del prodotto interno lordo rispetto ai primi tre mesi del 2009 colloca il Brasile in sesta posizione tra le economie maggiormente in crescita, preceduto da Taiwan, con un 13,3 per cento, Singapore, con il 13,1, Thailandia (12 per cento), Cina (11,9 per cento) e Malaysia (10,1 per cento).

Corrono gli investimenti:  più 18 per cento contro il più 16,3 per cento dell’anno precedente. Galoppano l’industria manifatturiera, in crescita del 17,2 per cento, e il settore delle vendite al dettaglio per cento 15,2 per cento.

Record per le importazioni, che arrivano a un più 39,5 per cento anno su anno. Procedono a passo sostenuto anche occupazione e salari, e di conseguenza i consumi.

Tanto che il Brasile si avvia a superare la Germania come quarto più grande mercato dell’auto.

“Il Brasile aveva bisogno di questo e se lo meritava – ha detto un euforico Lula – Mi hanno messo in croce quando dissi che la crisi era solo una maretta, ma il Brasile è stato il primo paese a uscire fuori dalla crisi globale”.

Gli fa eco il presidente della Banca Centrale, Henrique Meirelles, per il quale “i numeri mostrano che l’economia ha presentato un’espansione vigorosa e dimostrano che è stata corretta la strategia adottata per combattere la crisi”. Il presidente Lula ha affermato che nel 2003, quando ha assunto per la prima volta la presidenza del Brasile, tutto il credito disponibile ammontava a 173 miliardi di euro e ora invece supera i 680 miliardi di euro.

Quella che per anni è sembrata la Cenerentola dei Bric (Brasile, Russia, India e Cina, secondo l’acronimo varato da Goldman Sachs nel 2001) si è dunque trasformata in una princesa, e dal Sudamericaè pronta a giocare la sua partita sulla scena globale.