Lei è donna, lei è guerriera, io voglio Dilma ”presidente brasileira”. Con questo slogan migliaia di simpatizzanti pro Dilma Rousseff hanno accolto l’ex guerrigliera a Porto Alegre dove ha votato oggi per il ballottaggio presidenziale contro José Serra. Tutti i sondaggi la danno vincitrice con uno scarto minimo del 10 per cento sull’oriundo calabrese, e la pupilla del presidente Luiz Inacio Lula da Silva si è fatta infine fotografare mostrando con le dita la ‘V’ di vittoria.
Diventerà con ogni probabilità la prima ‘presidenta’ della storia brasiliana. ”A partire da domani comincia una nuova tappa per la democrazia brasiliana”, ha detto nel presentarsi alle urne parlando come chi ha già vinto: ”Il mio compromesso democratico è quello di governare per tutti. Converserò con tutti i brasiliani, senza eccezione”.
Il socialdemocratico Serra, nel votare a San Paolo, si è raccomandato con gli elettori che affollino i seggi malgrado il mega-ponte per la ricorrenza di Ognissanti, che in tutto il Brasile dura fino a martedì’.”Se qualcuno sta in spiaggia faccia il sacrificio di venire a votare: perderà qualche ora del weekend, ma guadagnerà un felice anno nuovo'”. Chi vota per Serra, candidato del centro-destra, sono in genere elettori benestanti, più soggetti ad uscire dalle città per il ”feriado” che gli elettori poveri della Rousseff.
Nel primo turno del 3 ottobre c’era stato un assenteismo del 18 per cento che oggi potrà salire alle stelle. Lula ha votato nella città satellite di San Paolo, Sao Bernardo do Campo, recriminando per la ”campagna d’odio” realizzata dagli oppositori del partito Pt (Partido dos trabalhadores).
”Bisogna approfittare di questa campagna elettorale per alzare il livello di coscienza della popolazione brasiliana – ha dichiarato il ”presidente operaio” – Abbiamo un preconcetto contro le donne in politica. Questo è purtroppo stato dimostrato ora, mentre io credevo che questa preclusione fosse già finita nella politica brasiliana”. Lula ha fatto poi un riferimento velato alle parole del Papa contro l’aborto, rivolte agli elettori brasiliani e pronunciate alla vigilia del voto: ”Le chiese devono ripensare il loro ruolo perché molta gente ha usato ed abusato del diritto di libertà in questa campagna”.
”Questo è bl’ultimo atto delle elezioni – ha riassunto Dilma lasciando la scuola dove ha votato – Ieri sono stata a Belo Horizonte dove sono nata, e oggi a Porto Alegre. E’ come se rifacessi tutta la mia traiettoria politica. Qui nel Rio Grande do Sul sono stata accolta quando sono uscita dalle prigioni della dittatura. E’ un balsamo chiudere questa camminata tra compagni e amici del cuore”.