Brogli Afghanistan. Usa: “Karzai accetti. Abbiamo bisogno di un partner credibile”

Pubblicato il 19 Ottobre 2009 - 21:49 OLTRE 6 MESI FA

Brogli elettorali, schede annullate e il rischio di un vuoto politico. Le denunce della Commissione Onu sulle elezioni in Afghanistan hanno aggravato la posizione del presidente uscente, Hamid Karzai. Il leader aveva raggiunto in totale 954.526 voti, ma ora un terzo delle preferenze verrà annullato, riducendo la sua quota dal 55% al 48,3%.

Forse un disastro annunciato già alla chiusura delle urne, eppure Karzai sperava che il riconteggio delle schede andasse comunque a suo favore. L’Afghanistan così si trova a doversi fronteggiare con un altro voto, in vista del prevedibile ballottaggio fra l’ex presidente e il candidato rivale Abdullah Abdullah.

Per lungo tempo Karzai ha accusato la stampa internazionale di fomentare l’ipotesi della frode elettorale e il risultato di lunedì dato dalla Commissione è un duro colpo per Kabul. La comunità diplomatica nella capitale afghana è già in fermento, c’è il rischio di un gap politico, di un vuoto istituzionale.

Se la situazione non venisse risolta entro le prossime due settimane il paese potrebbe restare in un limbo governativo fino a primavera. A temere una situazione di stallo è in primis Washington, in allarme per una possibile nuova avanzata talebana in caso di vuoto.

Il presidente Usa Barack Obama preme per intensificare le pressioni su Karzai: l’America chiede un secondo turno elettorale nel disperato bisogni di legittimare il governo di Kabul, interlocutore fondamentale della trattativa anti terrorismo dell’amministrazione democratica.

Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha chiarito: «Spetta ora agli afghani votare al ballottaggio». Gibbs ha ribadito che la rimozione di tutte le truppe Usa dal paese non è una strada percorribile e  ha rilasciato un avvertimento a Karzai: indipendentemente dall’invio di 40.000 soldati aggiuntivi, i quasi 68.000 militari americani hanno bisogno di vedere Kabul come partner credibile.

Anche il premier britannico, Gordon Brown, è intervenuto per spingere Karzai ad accettare le conclusioni delle Nazioni Unite.