Cambogia, processo a Khmer Rossi/ Capo carceriere racconta l’eccidio a bastonate di migliaia di persone

Pubblicato il 16 Luglio 2009 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA

Al processo per crimini di guerra in corso a Phnom Penh, capitale della Cambogia, contro uno dei principali leader dei Khmer Rossi, Kaing Guek Eav, soprannominato Duch, il capo carceriere Him Huy, 54 anni, ha dichiarato di essere stato costretto a riunire migliaia di detenuti in un campo della morte dove sono stati denudati, uccisi a bastonate e poi gettati con le gole squarciate in fosse comuni, a quanto riferisce la Reuters.

Dinnanzi al tribunale congiunto istituito dalle Nazioni Unite e dalla Cambogia, Huy ha raccontato singhiozzando che i detenuti erano tutti bendati, che gli fu ordinato di sedersi sui bordi delle fosse comuni nella località Choeung Ek e che poi cominciò la mattanza. Prima bastonate e poi gole squarciate.

Huy ha reso testimonianza contro Duch, 66 anni, direttore del famigerato carcere S-21 e uno dei più stretti collaboratori del capo assoluto dei Khmer Rossi, Pol Pot, il ”fratello numero uno”, morto in circostanze ancora non chiare nel 1998 nei pressi del confine tra la Cambogia e la Thailandia.

Durante i quattro anni del regime del terrore dei Khmer Rossi sono morti un milione e 700 mila cambogiani. Alla sanguinaria dittatura di Pol Pot pose fine l’invasione vietnamita del 1979.

Duch è accusato di crimini contro l’umanità anche come direttore della prigione di Tuol Sleng, dove almeno 14 mila persone sono state torturate ed uccise. Non esistendo in Cambogia la pena di morte, Duch potrà al massimo essere condannato al carcere a vita.

Il  processo a Duch è iniziato a marzo, ma sta avendo un ritmo rallentato dai continui rinvii e dalle accuse di corruzione che arrivano dal governo cambogiano. A complicare le cose, la struttura del tribunale: un mix sperimentale di giustizia locale ed internazionale che è stato criticato da numerose associazioni per la tutela dei diritti umani.