Caso Skripal, diplomatici russi espulsi in massa da Usa e Ue. L’Italia ne caccia 2

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Marzo 2018 - 16:33| Aggiornato il 27 Marzo 2018 OLTRE 6 MESI FA
Caso Skripal, diplomatici russi espulsi in massa da Usa e Ue. L'Italia ne caccia 2

Caso Skripal, diplomatici russi espulsi in massa da Usa e Ue. L’Italia ne caccia 2

MOSCA – Espulsioni a raffica di diplomatici russi da parte di Stati Uniti, Europa, Canada e Australia. La drastica decisione arriva dopo il caso esploso inseguito all’avvelenamento a Salisbury dell’ex spia del Kgb Sergei Skripal e di sua figlia Yulia.

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Donald Trump ha ordinato l’espulsione di 60 diplomatici russi e la chiusura del consolato russo a Seattle. L’ordine di Trump rappresenta la misura più dura presa finora dal presidente americano nei confronti del Cremlino, da sempre accusato di essere troppo morbido e accondiscendente con Mosca. Tra i 60 funzionari russi cacciati figurano anche 12 che sono stati identificati come “funzionari dell’intelligence” che hanno prestato servizio presso le Nazioni Unite a New York. Le persone interessate dal decreto di espulsione hanno ora sette giorni di tempo per lasciare gli Stati Uniti.

Medesime decisioni sono state prese oltreoceano: in seguito a quanto deciso al vertice Ue della settimana scorsa, “oggi già 14 Stati membri hanno deciso di espellere diplomatici russi”, ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, spiegando che “altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e settimane”.

Tra i primi Stati europei ad annunciare le espulsioni ci sono Francia e Germania, che hanno cacciato quattro funzionari ciascuno. L’Italia ha deciso l’espulsione di due russi. L’Ucraina ha deciso di espellere 13 diplomatici russi: lo ha annunciato il presidente ucraino Petro Poroshenko.

Il fantasma della guerra fredda torna così ad agitare la comunità internazionale, con un’escalation di tenzioni che non ha precedenti negli ultimi decenni e dalle conseguenze quanto mai imprevedibili. L’uso di nervino, un agente chimico di tipo militare utilizzato su suolo straniero, è stato giudicato unanimemente come un atto ostile, qualcuno si spinge a dire “quasi un atto di guerra”. Così l’hanno interpretato gli alleati della Nato, che hanno seguito Londra nell’addossarne la responsabilità alla Russia e in stretto coordinamento hanno deciso stavolta di dare una lezione esemplare a Vladimir Putin.

Non hanno fatto mancare la loro solidarietà a Londra e alla Nato molti Paesi dell’ex campo sovietico, a partire dall’Ucraina che ha messo alla porta ben 13 diplomatici russi. Alla ferma risposta della comunità internazionale si sono quindi uniti l’Olanda, la Spagna, la Repubblica Ceca, l’Estonia, la Lituania, l’Ungheria, la Lettonia, la Finlandia, la Norvegia, l’Albania, la Polonia, il Canada, l’Australia. E nelle prossime ore potrebbero seguire altri stati.

L’ira di Mosca non si è fatta attendere. “Risponderemo”, ha minacciato il ministero degli Esteri russo, accusando Londra di aver assunto sul caso Skripal una posizione “ipocrita e piena di pregiudizi”. E criticando gli alleati del Regno Unito di “seguire ciecamente il principio dell’unità euro-atlantica a spese del buon senso e del dialogo”. Furioso l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov: per lui quella dell’amministrazione Trump è una mossa “ingiusta e che danneggerà le già deboli relazioni tra Russia e Stati Uniti”.

Ma per Washington, nonostante le titubanze dei giorni scorsi del tycoon, era necessario dare stavolta un chiaro segnale: quello che le azioni di Mosca non possono restare senza conseguenze. La svolta di Trump, che già nei giorni scorsi aveva varato un set di sanzioni senza precedenti contro la Russia per le interferenze nelle elezioni presidenziali americane del 2016, potrebbe essere legata anche all’arrivo nel ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale di John Bolton, noto per essere un ‘falco’ sul fonte delle relazioni con Mosca. Del resto i dati in mano agli 007 parlerebbero di oltre 100 funzionari dell’intelligence russa attualmente operativi sul territorio statunitense.