Al via processo a Bo Xilai su maggior scandalo politico cinese da decenni

Pubblicato il 22 Agosto 2013 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
Bo Xilai nell'aula del processo

Bo Xilai nell’aula del processo

PECHINO, CINA – Bo Xilai, l’ambizioso uomo politico cinese caduto in disgrazia un anno e mezzo fa, dopo aver trafugato 3,6 milioni di dollari, ha smentito giovedi davanti al tribunale che lo sta processando per corruzione e abuso di potere, l’accusa di aver ricevuto delle mazzette da un’imprenditore quando era sindaco della citta’ di Dalian. La sua confessione del reato, ha aggiunto, è stata fatta ”contro il mio volere” perche’ ”la mia mente era completamente bloccata”.

Nella sua prima apparizione dopo 17 mesi di detenzione, Bo, 64 anni, e’ apparso invecchiato, leggermente dimagrito, ma determinato. Le ”chiamate di correo” dell’imprenditore Tang Xiaoling ”non esistono”, ha detto Bo. L’ex-uomo d’oro della politica cinese ha ribadito di aver confessato il reato davanti alla commissione disciplinare del partito comunista contro il suo volere. Il processo si svlge a Jinan, nella Cina Orientale.

Il processo cominciato giovedi riguarda il più grosso scandalo politico cinese degli ultimi decenni e mescola corruzione, omicidio, spionaggio e tentativo di defezione: lo scandalo ha avuto luogo proprio nel momento di massima espansione dei siti di social media in Cina, impedendo che il Partito Comunista e il ministero della Propaganda mantenessero il controllo delle informazioni che fuoriuscivano.

Bo Xilai, appartenente a quella che viene chiamata la classe dei ”principi” – ovvero, i figli dei leader rivoluzionari – figlio di Bo Yibo, e nato nel 1949 all’interno dell’elite del Partito. La sua carriera politica giovanile è iniziata durante la Rivoluzione Culturale, quando Bo, come milioni di suoi coetanei, era una Guardia Rossa. Poi però con la temporanea disgrazia politica del padre, il giovane Bo viene spedito in campagna per essere ”rieducato” dai contadini. Morto Mao Zedong, nel 1976, e riabilitato politicamente Bo Yibo, la famiglia torna a Pechino e Bo Xilai può laurearsi in Storia contemporanea.

Nel 1980 entra nel Partito Comunista. Ricopre alcune cariche amministrative minori, poi nel 1984 viene inviato a Dalian, dove lavora nell’amministrazione municipale. Nel 1992 è vice-sindaco, nel 1993  vice-Segretario di Partito di Dalian e sindaco della città. Qui svolge un lavoro che viene notato dai superiori cominciando a creare quello che sarà noto come il suo stile personale, in seguito chiamato ”modello Chongqing”, improntato alle idee della Nuova Sinistra cinese.

A Dalian, infatti, Bo avvia numerose grandi opere pubbliche e stimola gli investimenti esteri. Nel 2001 diventa Governatore della regione del Liaoning ed entra nel Comitato Centrale del Partito Comunista. Assume la carica di ministro del Commercio poi, nel 2007, diventa parte del gruppo di 25 del Politburo, e viene inviato a Chongqing, megalopoli di 30 milioni di abitanti, come Segretario di Partito. Lo stile applicato a Dalian è qui rafforzato: campagna contro la criminalità, costruzione di case sovvenzionate, investimenti milionari per progetti statali di infrastrutture e la ”Campagna Rossa”, dove Bo ripesca temi e stili cari al maoismo.

Poi, gli eventi precipitano. Nel novembre del 2011 l’uomo d’affari britannico Neil Heywood, collaboratore della moglie di Bo, Gu Kailai, viene trovato morto in un albergo fuori Chongqing. Il 6 febbraio, Wang Lijun, Capo della polizia di Chongqing, fugge al consolato americano di Chengdu dove chieden asilo, che gli viene rifiutato; poi e’ arrestato. In marzo, Bo viene sollevato dalla posizione di Segretario di Partito di Chongqing. A aprile, Gu Kailai è indagata per la morte di Neil Heywood. A fine luglio Gu viene incriminata per omicidio e condannata in agosto alla pena di morte, commutata in ergastolo. A settembre, Wang Lijun è processato per tentata defezione, abuso di potere e corruzione, e condannato a 15 anni. Bo viene espulso dal partito Comunista nel 2012 e nel luglio di quest’anno viene accusato di corruzione e abuso di potere.