La Cina del boom non manda più i dissenzienti in prigione: meglio il manicomio

Pubblicato il 13 Novembre 2010 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA

Paziente in un manicomio cinese

Per decenni, Xu Lindong, un povero contadino, non ha conosciuto altro che lavoro massacrante nei campi della sua provincia natia di Henan.

A 50 anni i muscoli delle braccia nodose mostravano che era ancora forte come un toro. Ma dopo quattro anni trascorsi rinchiuso nell’Ospedale Psichiatrico di Zhumadian, per i suoi parenti Xu Lindong era appena riconoscibile.

Emaciato, scalzo, con indosso un pigiama consunto, Xu faceva fatica a parlare e il suo volto tradiva lo sfinimento. L’internamento di Xu in quello che a tutti gi effetti pratici è un manicomio, racconta sua fratello, è tanto più notevole per un fatto straordinario: Xu era perfettamente sano di mente. Ma aveva commesso un fatale errore: irato per una disputa territoriale scrisse una serie di lettere di protesta al governo locale.

Il funzionario addetto sbrigò la pratica in quattro e quattr’otto: compilò un’ ordinanza con la direttiva di internare Xu in un ospedale mentale e per avere la necessaria autorizzazione falsificò la firma del fratello.

Xu è stato rilasciato lo scorso aprile dopo sei anni e mezzo allo Zhumadian e in un altro istituto. Intervistato dal New York Times, Xu ha raccontato di aver subito l’elettroshock 54 volte, di essere spesso legato al suo letto, di aver regolarmente ricevuto iniezioni con farmaci così potenti da mandarlo in deliquio. Timoroso di restare permanentemente invalido, ha tentato il suicidio tre volte.

Nessuno sa quanti sono i casi come quello di Xu in Cina, ma gli attivisti per la tutela dei diritti umani affermano che l’internamento nei manicomi sta aumentando velocemente perchè le autorità locali vogliono stroncare il dissenso appena si manifesta e non hanno più la libertà di un tempo di rinchiudere in prigione chiunque desse fastidio.

”La polizia sa che imprigionare qualcuno arbitrariamente è ora illegale”, dice Huang Xuetao, un avvocato di Shenzhen, nella provincia di Guandong, specializzata nella legislazione sulle malattie mentali, ”e così ha scoperto l’espediente degli internamenti psichiatrici, e ne stanno facendo sempre più uso”.

La signora Huang ha dichiarato che di recente lei ed un collega hanno analizzato 300 rapporti riguardanti persone internate per disfunzioni mentali ed altre perfettamente sane di mente. Il risultato dell’indagine è stato che coloro che avevano bisogno di cure non le hanno avute, mentre i sani di mente sì.

Il sistema trovato dalla polizia per sbarazzarsi di chi si lamenta o protesta presso i governi locali, trova conferma nelle ricerche di Liu Feiyue, fondatore di Civil Rights and Livelihood Watch, un’associazione per la tutela dei diritti umani cinese. Liu e i suoi collaboratori hanno compilato una lista di oltre 200 cinesi perfettamente sani di mente che sono stati arbitrariamente internati negli ultimi dieci anni perchè avevano rivolto alle autorità competenti le loro lamentele.