Cina. Ex funzionari del partito comunista chiedono libertà di informazione

Pubblicato il 13 Ottobre 2010 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA

Il premio Nobel Per la Pace Liu Xiaobo

Un gruppo di funzionari comunisti in pensione e di intellettuali hanno pubblicato una categorica richiesta per la libertà di informazione in Cina, affermando che l’attuale regime fondato sulla censura e sul controllo della stampa viola la costituzione e degrada la pretesa del governo di rappresentare i cittadini.

I 20 firmatari del documento, inclusi accademici ed ex-funzionari della stampa controllata dal governo, non avranno alcuna influenza sulla coalizione comunista che governa la Cina. Alcuni di essi hanno pubblicato altre domande di riforme negli anni scorsi senza ottenere alcun risultato.

Eppure, l’aggressività del messaggio e il momento in cui è giunto, giorni dopo che l’intellettuale imprigionato Liu Xiaobo ha ricevuto il premio Nobel per la Pace, indica che non tutti nella cerchia dirigente sono soddisfatti del continuo irrigidimento della libertà di espressione che sta avvenendo negli ultimi anni di leadership del presidene Hu Jintao e del primo ministro Wen Jiabao.

Il linguaggio della lettera è notevole per via del fatto che include un violento attacco alla legalità della censura da parte del Dipartimento Centrale di Propaganda, che ha la parola finale su tutto quello che viene pubblicato, trasmesso o postato su Internet.

”Questa è un’invisibile mano nera – i firmatari hanno scritto al Dipartimento – che per loro ragioni, violano la costituzione, spesso ordinando per telefono che i lavori di questa o quella persona non possono essere pubblicati, o che questo o quello avvenimento non può essere riferito dai media. I funzionari che fanno le telefonate non lasciano i loro nomi, così il segreto dell’agente è protetto, ma le istruzioni telefoniche vanno eseguite”.

La ”domanda centrale”, afferma il cocumento, è che il parlamento-farsa e il Congresso Nazionale del Popolo demoliscano le procedure della censura ”a favore di un sistema di responsabilità legale” affinchè tutto possa essere pubblicato.

Alcuni esperti affermano che le domande, subito eliminate dai censori da internet, molto probabilmente non avranno alcun impatto sulle politiche del governo

”Nella misura in cui la gente aprrenderà della lettera, si diffonderà e mostrerà che vi sono diverse tendenze all’interno del partito”, dice Nicolas Bequelin, un ricercatore di Hong Kong e attivista per l’associazione Human Rights Watch, ”Ma non avrà alcun effetto a livello politico”.