Cina. Il premier Wen guarda al Medio Oriente e cerca di placare il malcontento del suo popolo

Pubblicato il 28 Febbraio 2011 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

Il premier cinese Wen Jiabao

PECHINO, CINA – I tremori del Medio Oriente viaggiano lontano e sono giunti anche in Cina.

Per placare una popolazione non certo soddisfatta di come vanno le cose, il premier cinese Wen Jiabao ha informato i cittadini che Pechino ha ridotto gli obiettivi di crescita economica ed ha garantito che i benefici dell’espansione saranno distribuiti in maniera più equa.

Con un occhio, se non entrambi, rivolto ai tumulti mediorientali da parte di popoli oppressi da dittature come quella comunista cinese, Wen in una lunga intervista con rappresentanti di cittadini si è impegnato a far scendere il prezzo dei generi alimentari e delle case.

Ha anche promesso di combattere severamente la rampante corruzione e di affrontare il problema del crescente divario di prosperità nel Paese.

Mentre parlava, centinaia di poliziotti vigilavano a Pechino e Shanghai nei luoghi dove erano in corso proteste contro la corruzione. A Shanghai almeno sette persone sono state caricate sui cellulari e a svariati giornalisti è stato imposto di lasciare il quartiere dello shopping.

Di riforme in senso democratico Wen si è ben guardato di parlare. E questo perchè, secondo Willy Wo-lap Lam, docente di storia all’Università Cinese di Hong Kong, ”la leadership del partito vuole assicurare la popolazione che anche in assenza di riforme politiche essa può nondimeno soddisfare le sue crescenti aspettative”.

Le parole di Wen, pronunciate poco prima della sessione parlamentare cinese che inizia il 5 marzo, secondo gli analisti mostrano il nervosismo tra i leader del partito comunista di fronte al brontolio popolare per gli aumenti dei generi alimentari e delle abitazioni. Le proteste in Medio Oriente hanno accentuato questo nervosismo.

Wen ha sottolineato i rischi politici che potrebbero prodursi se il pubblico cominciasse a considerare l’inflazione come effetto dell’indebito arricchimento della classe dirigente.