Copenhagen: nessun accordo sul clima all’orizzonte

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA

Fumata nera per il vertice sul clima di Copenhagen. I leader del pianeta dovranno decidere, tra oggi e domani, salvo proroghe dell’ultima ora, come e quanto impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico. Nonostante l’impegno rilanciato da Hillary Clinton, che ha messo sul piatto 100 miliardi di dollari per i paesi poveri, le prospettive di un’intesa in extremis sono ridotte al lumicino.

India e Cina hanno già annunciato che non accetteranno alcun accordo sul clima che rallenti i loro sforzi per alleviare dalla povertà milioni di persone. Il premier indiano Manmohan Singh, in partenza da New Delhi alla volta di Copenaghen per la fase finale del summit, ha detto che auspica «una riflessione costruttiva», ma ha anche aggiunto che i Paesi sviluppati devono tener conto delle preoccupazioni di quelli più poveri sul rischio dell’impatto che qualsiasi accordo possa avere sulla loro crescita economica. «Il cambiamento climatico non può essere affrontato perpetuando la povertà dei Paesi in via di sviluppo», ha detto con un comunicato.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ammesso che le notizie in arrivo dal summit sul clima di Copenaghen «non sono buone», ma si augura che l’arrivo nella capitale danese dei ‘grandi del mondo’ sbloccherà il negoziato. La Merkel è stata incaricata dal premier Silvio Berlusconi di sostituirlo nel negoziato, dal momento che il Trattato di Lisbona non prevede più che un leader venga rappresentato da un ministro.

Dozzine e dozzine di capi di Stato e di Governo sono in arrivo in queste ore a Copenaghen per dire l’ultima parola su un negoziato che dura ormai da oltre due anni. Saranno presidenti e primi ministri a dover riempire di contenuti – ma soprattutto di cifre – una bozza di accordo che a 48 ore dalla fine annunciata del vertice dell’Onu sul riscaldamento del pianeta ancora non c’é, logorata e riscritta dai veti incrociati e dagli interessi contrapposti.

Nel frattempo gli Usa fanno sapere di essere disposti a stanziare 100 miliardi di dollari all’anno fino a 2020 per aiutare i Paesi poveri ad adottare tecnologie pulite che frenino il surriscaldamento climatico. L’offerta è stata messa sul tavolo da Hillary Clinton, arrivata stamane a Copenaghen. Il segretario di Stato Usa ha spiegato che il contributo si realizzerebbe nel caso «di un forte accordo» tra tutte le più importanti economie per mitigare gli effetti dei «gas serra».