Corea del Nord, la Cia crea una task force speciale per ostacolarne il programma nucleare

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Maggio 2017 - 08:13 OLTRE 6 MESI FA
Corea del Nord, la Cia crea una task force speciale per ostacolarne il programma nucleare

Corea del Nord, la Cia crea una task force speciale per ostacolarne il programma nucleare

PYONGYANG – Gli Stati Uniti alzano il tiro contro la Corea del Nord e creano una task force speciale della Cia per ostacolarne il programma nucleare, mentre Pyongyang fa prove di avvicinamento con il nuovo presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, chiedendo di evitare che Seul compia esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti.

La tensione è sempre tra Washington e Pyongyang. La Cia, che la settimana scorsa Kim Jong-un ha accusato di aver tramato per ucciderlo, ha creato una task force speciale con il compito di frenare e ostacolare il programma nucleare e missilistico di Pyongyang. Il Korea Mission Center, spiega Mike Pompeo, numero uno dell’agenzia di intelligence, consentirà agli Stati Uniti di combattere in maniera più efficace la minaccia rappresentata dal regime di Kim Jong-un. A capo della struttura un veterano degli 007, di cui non è stato rivelato il nome.

Il Korea Mission Center, segnale di un approccio più aggressivo di Trump verso Pyongyang, coordinerà l’azione di tutti gli 007 statunitensi che si occupano della Corea del Nord e usufruirà non solo delle risorse della Cia, ma anche di quelle di tutte le altre agenzie federali di intelligence. La task force è nata sulla falsa riga dei Mission Center già esistenti per l’Africa, per il Vicino Oriente e per l’antiterrorismo.

Nelle stesse ore la Corea del Nord ha chiesto al nuovo governo di Seul di porre fine alle “politiche aggressive” che includono anche le esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti. “Le due Coree dovrebbero rispettarsi reciprocamente e aprire un nuovo capitolo muovendo verso un miglioramento dei loro rapporti della unificazione coreana”, scrive il Rodong Sinmun in quello che è il primo commento all’indomani dell’insediamento di Moon Jae-in alla presidenza sudcoreana. “Seul dovrebbe evitare sia le manovre annuali militari congiunte con gli Stati Uniti sia impedire agli attivisti di inviare dal confine nel territorio del Nord materiale di contropropaganda”, prosegue Pyongyang.

Moon, in base a quanto espresso, punta a migliorare i rapporti con il Nord chiudendo la parentesi di “dieci anni di politiche ostili da parte di gruppi conservatori”, come ha nei giorni scorsi definito le ultime presidenze di Seul il quotidiano del Partito dei Lavoratori.

Durante la campagna elettorale, Moon ha menzionato la formula del doppio approccio, tra pressing sulla denuclearizzazione e il dialogo con Pyongyang. Mercoledì il neo presidente, nel discorso di insediamento, ha esplicitamente detto che potrebbe visitare la Corea del Nord alle giuste condizioni per i colloqui orientati all’abbandono delle ambizioni nucleari e missilistiche.

Il Rodong Sinmun, inoltre, condanna le manovre militari degli ultimi due mesi ripetendo di vederle come prove generali di un attacco ai suoi danni. Al fine di allentare le tensioni, anche militari nelle acque del mar Giallo dove i confini tra i due Paesi sono più che controversi, “Nord e Sud dovrebbero avviare un dialogo a diversi livelli”, scrive ancora il quotidiano.