Cristiani in Moschea, la lettera a Papa Francesco del “Mondo Arabo in Italia”

di Edoardo Greco
Pubblicato il 12 Settembre 2016 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
Cristiani in Moschea, la lettera a Papa Francesco del "Mondo Arabo in Italia"

Gianna Fracassi (Cgil), Carmelo Barbagallo (Uil) e Foad Aodi (Co-Mai) nella moschea di Al Fath di Roma, in zona Magliana, nella prima giornata dell’iniziativa #Cristianinmoschea, ANSA/ PAOLA MENTUCCIA

Il 31 luglio scorso i cristiani hanno invitato i musulmani nelle Chiese, e in una data simbolica come domenica 11 settembre i musulmani hanno accolto i cristiani nelle Moschee. Una risposta a chi usa la religione come alibi e copertura ideologica per fare guerre e fomentare divisioni e razzismo. Queste le parole della lettera che Foad Aodi, presidente di Co-Mai e Uniti per Unire, riportate da Valeria Arnaldi sul Messaggero:

«In questo momento storico tanto segnato dal terrore che lacera vite e anime per opera di quanti abbiamo definito gli assassini delle religioni, Le esprimo in qualità di focal point in Italia per l’Alleanza delle Civiltà, delle Comunità del Mondo Arabo in Italia, del Movimento Uniti per Unire, oltre che dalle seicento Federazioni, Unioni, Associazioni e Organizzazioni arabe, musulmane, italiane e di origine che ci sostengono, la mia sincera gratitudine per ogni gesto, per ogni azione o parola che ha ridato all’Occidente e al Mondo arabo e musulmano una nuova forza: quella di non perdere la fede e la speranza in un futuro di pace»

«Da parte nostra – prosegue Aodi – abbiamo prestato ascolto alle Sue parole e siamo andati avanti con coraggio». E in questo contesto proprio al Papa si rivolgono le comunità arabe affinché sostenga l’iniziativa, con le parole e, se possibile, la presenza. «Con il cuore in mano – è l’invito di Aodi a Bergoglio – mi rimetto a Lei sperando di poterla incontrare presto in Moschea, con tutti i fratelli musulmani, cristiani e laici».

Il testo prosegue, ribadendo la profonda gratitudine verso il Papa – «Le Co-mai si riflettono in ogni carezza e abbraccio fisico o virtuale, dolcemente proferito nelle Sue preghiere, rivolto ai nostri fratelli migranti e a tutte le vittime dei conflitti irrisolti» – e chiedendo aiuto per la valorizzazione dell’iniziativa. «La visita dei cristiani alle moschee in questa data indurrebbe alla comprensione che il pensiero d’amore supera il pensiero dell’odio, che il dialogo e la conoscenza superano il pregiudizio, che la luce della speranza è molto più forte dell’ombra della paura». Così, la lettera: «Adesso ci rivolgiamo a Lei, Sua Santità, perché sostenga insieme a noi l’appello #Cristianinmoschea».

La stessa Arnaldi, in un articolo successivo, fa notare come all’appello non abbia aderito la Grande Moschea di Roma, una delle quattro più grandi d’Europa, che non aveva partecipato neanche alla giornata dei musulmani nelle chiese.

Il 31 luglio sono stati 23 mila i musulmani che sono entrati nelle chiese italiane, Alla giornata dell’11 settembre, che ha l’obiettivo di unire i fedeli delle due religioni per costruire “un rinascimento senza conflitti e pregiudizi”, hanno aderito più di 2.000 realtà (federazioni, comunità e organizzazioni musulmane, arabe, italiane ed euro-mediterraneei) tra le quali il Consiglio Supremo dell’Islam in Italia, il Coordinamento delle Comunità Palestinesi in Italia, l’Associazione rifugiati politici in Italia, Migrantes, il Forum delle Comunità Straniere, consolati e università, da Uninettuno alla Sapienza.