Cuba-Israele: gli aerei dell’Avana misero in salvo 150mila ebrei dai Paesi arabi

Pubblicato il 19 Ottobre 2010 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

Dal 1951 al 1953, nei primi anni di vita di Israele, aerei e piloti cubani hanno trasportato nel nuovo Stato circa 150 mila ebrei dall’Iraq, dall’Iran, dallo Yemen e dall’India. Lo rivela il quotidiano cubano ‘Juventude Rebelde’ (Gioventu’ Ribelle), citato oggi dal Jerusalem Post.

La catena aerea, la cui esistenza è rimasta ignota per 60 anni, è stata una delle più importanti della storia. Protagonista della vicenda la compagnia di volo Aerea de Cuba, presieduta dall’uomo d’affari e pilota cubano Narciso Otero-Rosellò, che a quello scopo aprì uffici all’Avana e a Nicosia.

Furono i suoi piloti a trasportare, dopo la dichiarazione d’indipendenza di Israele, gli ebrei in fuga dai Paesi arabi che avevano interrotto le relazioni diplomatiche con il nuovo Stato.

‘Juventude Rebelde’ riporta molte testimonianze dei piloti di allora: tempeste di sabbia che bloccavano i motori degli aerei in Iraq, fermate in desolate piste sperse nell’Oman durante il tragitto dall’India. Ma anche il successo finale dell’impresa.

La notizia di oggi – anche se in quegli anni presidente di Cuba era il dittatore Fulgencio Batista – svela particolari inediti nel rapporto tra l’arcipelago caraibico e Israele, e segue di qualche settimana l’invito rivolto da Fidel Castro al presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad a smetterla di negare l’Olocausto e a diffamare gli ebrei. Un invito accompagnato dalla considerazione che il governo di Teheran servirebbe meglio la causa della pace, se riconoscesse ”l’unicità” della storia di Israele e provasse a capire meglio perché Israele teme per la sua sopravvivenza.