Da Saud ad Assad, da Mubarak a Gheddafi: le dinastie a rischio tra Maghreb e Golfo

BEIRUT – In Nord Africa e Medio Oriente sono molti i Paesi – monarchie o repubbliche – in cui il potere viene trasmesso di padre in figlio, o all’interno di una famiglia. Ecco un elenco:

Marocco: Mohammed VI, nato nel 1963, è il diciottesimo sovrano della dinastia alawita ed è salito al trono il 30 luglio 1999, succedendo a suo padre Hassan II. Il suo principe ereditario è Hassan, nato l’8 maggio 2003.

Algeria: dal 1999 È governata da Abdelaziz Bouteflika (74 anni), che fino alle settimane scorse sembrava destinato a un’altra vittoriosa ricandidatura, oppure ad una successione favorita dalla casta militare, di cui ha avuto il sostegno sin dalla sua ascesa al potere.

Tunisia: il presidente Zine Al Abindin Ben Ali, 75 anni, fuggito in Arabia Saudita a gennaio, è stato al potere dal 1987, inserendo membri della sua famiglia in tutti i posti punti chiave dello Stato, e a lungo si è detto che il suo successore sarebbe stato scelto tra tre dei suoi sei figli.

Libia: il colonnello Muammar Gheddafi e ufficialmente “il leader” dal 1969. Ha otto figli, ma da tempo il più accreditato a succedergli è Saif al-Islam, che però lo scorso dicembre ha smentito: “Diversi media hanno suggerito che io sia coinvolto nella lotta al potere con i miei fratelli dietro le quinte. Non esiste nulla del genere”, ha affermato.

Egitto: il vecchio rais Hosni Mubarak (83 anni) ha da tempo la salute malferma, nonostante affermi il contrario. Fino agli eventi di questi giorni, era convinzione comune che il suo delfino designato fosse il suo figlio minore Gamal, di 47 anni

Giordania: La dinastia hascemita, da quasi un secolo sul trono, vanta la discendenza dal Profeta Maometto e nel suo futuro c’è il principe Hussein, figlio di Re Abdallah, al potere da 12 anni.

Siria: Sette conflitti regionali, un’insurrezione armata, un tentativo di golpe e una serie infinita di pressioni esterne non sono riusciti in quattro decenni a spodestare la dinastia degli al-Assad, che ha celebrato il 40° anniversario dell’ascesa del suo più celebre rappresentante, Hafez, presidente fino al 2000 e padre dell’attuale rais Bashar, in carica da dieci anni.

Libano: Quando l’ex premier Rafik Hariri venne assassinato nel 2005, il suo allora sconosciuto figlio Saad raccolse il bastone del comando e ora, a 40 anni, guida il maggiore partito sunnita del Paese, al Mustaqbal, grazie al quale è stato a sua volta premier fino al mese scorso.

Arabia Saudita: Re Abdullah bin Abdulaziz, 87 anni, è da tempo malato. L’erede al trono, il principe Sultan bin Abulaziz, ha solo un anno in meno di lui ed è a sua volta malato. Nel 1992, un decreto reale ha stabilito che la successione sia garantita al principe “più qualificato”. Una formula che lascia spazio a una guerra di potere all’interno della famiglia, che conta oltre 5.000 principi di sangue reale.

Emirati arabi uniti: Sette emirati e sette emiri, riuniti in una federazione di cui Zayed bin Sultan Al Nahyan è stato il primo presidente, fino alla morte, nel 2004. Attualmente la carica è ricoperta da suo figlio, Khalifa bin Zayed Al Nahayan.

Kuwait, Bahrein, Oman, Qatar sono a loro volta governate da famiglie reali, dove la successione al trono avviene da decenni senza troppe turbolenze.

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