Donald Trump chiede alla Cina di indagare i Biden. Wp: “Pence usato in trama ucraina”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Ottobre 2019 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA
Donald Trump Cina indagine Biden

Donald Trump (Foto archivio ANSA)

WASHINGTON – Non solo l’Ucraina, ma anche la Cina dovrebbe indagare sui Biden. Donald Trump rilancia e allarga pubblicamente la sua richiesta a potenze straniere di mettere sotto inchiesta Joe Biden, suo principale rivale nella corsa alla Casa Bianca, e il figlio Hunter.

Una mossa che arriva mentre alla Camera testimonia l’ex inviato Usa in Ucraina Kurt Volker, primo testimone dell’inchiesta di impeachment lanciata dai dem proprio per le pressioni del tycoon sul presidente ucraino Volodymir Zelensky.

“Se fossi il presidente Zelensky, raccomanderei di iniziare un’indagine sui Biden perché nessuno dubita che siano corrotti”, attacca il tycoon in una conferenza stampa volante alla Casa Bianca, accusando l’ex vicepresidente di aver sollecitato il siluramento del procuratore che stava indagando su una società petrolifera dove lavorava il figlio Hunter, che pur non avendo “alcuna conoscenza di energia, improvvisamente ottenne 50 mila dollari al mese”.

Ma Trump va oltre: “Anche la Cina dovrebbe iniziare un’indagine sui Biden perché quello che è successo lì è brutto come ciò che è successo in Ucraina”. I cronisti incalzano, chiedendogli se ha chiesto aiuto al presidente cinese: “Non l’ho fatto ma è certamente qualcosa cui possiamo cominciare a pensare, sono sicuro che al presidente Xi non piace finire sotto esame per miliardi di dollari portati via al suo paese da una persona che era stata cacciata dalla Marina”, accusa, rievocando il congedo militare di Hunter per problemi di droga. “Sapete come la chiamano? Tangente”, alza il tiro.

Trump fa riferimento ad una vicenda rivelata dalla Nbc, pur senza prove di illeciti: durante un viaggio dell’allora vicepresidente Biden in Cina nel 2013, Hunter, che lo accompagnava come membro della famiglia, incontrò il banchiere cinese Jonathan Li, suo partner in un fondo di private equity cinese che stava creando proprio in quel momento. La licenza che autorizzò la nascita del fondo fu rilasciata dalle autorità di Shangai dieci giorni dopo il viaggio, con Hunter Biden come membro del board.

Hunter, ha detto un suo portavoce alla Nbc, inizialmente non era un azionista del fondo e non è mai stato pagato come membro del board, acquistando quote solo dopo che suo padre lasciò l’incarico. “Lasciatemi dire una cosa chiara a Trump e ai suoi sicari, animati solo da interessi speciali: non mi distruggerai e non distruggerai la mia famiglia”, gli ha risposto Joe Biden.

Intanto al Congresso ha testimoniato Volker, che si era dimesso il giorno dopo la diffusione della denuncia della talpa sulla controversa telefonata di Trump a Zelensky. Denuncia in cui compariva il suo nome per aver messo in contatto un consigliere di Zelensky con Rudy Giuliani, l’avvocato personale di Trump che brigava per far indagare i Biden.

Una trama in cui Trump, rivela il Washington Post, ha coinvolto più volte anche il suo vice Mike Pence, vietandogli di andare alla cerimonia di insediamento di Zelensky a maggio e affidandogli a luglio, dopo la telefonata col presidente ucraino, l’incarico di dirgli che gli aiuti Usa sarebbero rimasti congelati senza un’azione più aggressiva contro la corruzione in Ucraina.

Forme di pressione e messaggi in codice di cui Pence, giura il suo staff, era del tutto inconsapevole. Ma la giustificazione potrebbe sembrare ancora più imbarazzante per un vicepresidente. A meno che Pence, spesso escluso dai giochi della Casa Bianca, non si stia preparando a sostituire The Donald nel caso sia condannato con l’impeachment. (Fonte ANSA)