Donald Trump twitta i video anti-islam degli estremisti di destra Britain First

di Anna Boldini
Pubblicato il 29 Novembre 2017 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Donald-Trump -islam

Il presidente americano Donald Trump (Foto Ansa)

LONDRA – Torna a far discutere Donald Trump e il suo uso di Twitter. Questa volta il presidente degli Stati Uniti ha rilanciato sul social tre video anti-islamici di Britain First, gruppo dell’estrema destra britannica. Video considerati di istigazione alla violenza.

Il primo video, condiviso inizialmente dalla vice-presidente di Britain First Jayda Fransen, mostra quelli che vengono definiti “degli immigrati musulmani che picchiano un ragazzo olandese con le stampelle”: si mostra un giovane dai capelli scuri che va incontro ad un ragazzo biondo sulle stampelle in un parco. Prima lo abbraccia e poi all’improvviso comincia a prenderlo a calci e pugni in modo brutale.

Il secondo filmato ritwittato mostrerebbe “i musulmani che distruggono la statua della Vergine Maria”: il protagonista è un uomo dalla barba lunga e nera, tunica e copricapo tipicamente arabo, che prende una statua della Madonna e la getta in terra con violenza riducendola in pezzi. Accanto all’uomo, un altro con la barba nera ride di fronte al gesto violento.

Nell’ultimo video, “bulli islamici islamico spingono un ragazzino sul tetto di un palazzo e lo picchiano fino ad ucciderlo”, si sentono le urla della vittima circondata da uomini con il volto coperto. Uno di loro sventola una bandiera nera che potrebbe essere quella dell’Isis. L’ambientazione ricorda o è chiaramente quella di una città mediorientale. Alla fine del filmato l’immagine shock del ragazzo spinto giù dal tetto.

Al momento il contenuto dei video non è stato verificato. Potrebbe, quindi trattarsi di cosiddette fake news o bufale. Nonostante questo, lo stesso Trump ha lanciato un nuovo appello agli americani a “boicottare le fake news della CNN”.

I suoi video islamofobici sono stati diffusi dopo che Jayda Fransen è stata arrestata in seguito ad un discorso pubblico fatto durante una manifestazione a Belfast con l’accusa di istigazione all’odio.