E dopo Berlusconi? Vertice segreto del Vaticano, rabbia Cei

Pubblicato il 11 Luglio 2011 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una parrocchia, quella del Sacro Cuore di Gesù in centro di Roma, un gruppo di politici di diversi schieramenti, un gruppo di religiosi, rappresentanze dell’associazionismo cattolico e un tema: “L’Italia dopo Berlusconi”.

In totale, scrive la Repubblica, una quarantina di persone per un incontro “top secret” che, però, in Vaticano, sembra aver causato più di qualche mal di pancia.

L’incontro, spiega Repubblica, “si è tenuto nei locali affidati alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco la scorsa settimana su iniziativa del Segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, mons. Mario Toso, salesiano. Come salesiano è il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, assente ma ben informato sull’organizzazione dell’incontro”.

Il tutto alla presenza, in prima fila, di esponenti cattolici  del Pdl come Pisanu, del Pd come Beppe Fioroni e dell’Udc come Cesa, Buttiglione e Binetti. Non solo: alla riunione avrebbero partecipato anche “molte associazioni del laicato cattolico, come le Acli, il Movimento Cristiano Lavoratori, la Cisl, il mondo delle Cooperative, il Movimento dei Focolari, Rinnovamento dello Spirito, gli Scouts dell’Agesci, la Compagnia delle Opere, rappresentanti del Forum del Terzo Settore”.

Tema all’ordine del giorno il “dopo Berlusconi”. Una sorta di “che fare?” cattolico con riflessioni sugli scenari possibili. C’è chi ha parlato di un nuovo Partito Popolare in grado di compattare tutti e chi, invece, ha puntato sulla possibilità della creazione di una sorta di “fronte trasversale” in difesa dei valori cattolici.

Non è mancata la proposta di appoggiare, “a certe condizioni” precisa Repubblica, anche il nuovo Pdl targato Angelino Alfano.

Il vertice, però, non sembra essere piaciuto a tutti. La Cei, infatti, sembra non aver gradito quella che giudica come  “un’ingerenza vaticana nelle cose di competenza della Chiesa italiana”. Da qui l’invito a non accogliere altri inviti analoghi. La tensione c’è: la Cei, spiega Repubblica, vorrebbe che la Chiesa parlasse con una sola voce. Altri invece, sostengono che “la Chiesa non deve mai smettere di discutere soprattutto al livello delle sue gerarchie, dialogando con tutti per costruire il bene comune a partire dal sentire  della gente”.