WASHINGTON, STATI UNITI – Di fronte al braccio di ferro tra il neo presidente egiziano Mohammed Morsi e il Consiglio supremo militare sullo scioglimento del Parlamento, martedi brevemente riconvocato, la Casa Bianca ha esortato i leader egiziani a ”rispettare i principi democratici”, e ha anche fatto sapere che, almeno per ora, non c’e’ alcuna conferma di un incontro bilaterale tra lo stesso Morsi e il presidente Barack Obama.
”Non c’e’ alcun incontro bilaterale programmato”, ha detto il portavoce Jay Carney, commentando le notizie provenienti dal Cairo su un faccia a faccia Obama-Morsi a settembre a New York, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Poco prima, un altro portavoce, Tommy Vietor, ha di fatto espresso un certo nervosismo affermando che per risolvere la disputa sullo scioglimento del Parlamento ogni decisione spetta al Cairo ma, ha aggiunto, si tratta di una decisione che deve esser presa ”nel rispetto dei principi democratici e dei diritti di tutti gli egiziani”.
Di fatto, ha ribadito il concetto espresso dal presidente Obama quando si e’ prontamente congratulato con Morsi poche ore dopo la sua elezione. ”Gli Stati Uniti si congratulano con Mohamed Morsi, per la sua vittoria”, ha affermato la Casa Bianca in una nota ufficiale, in cui si e’ allo stesso tempo sottolineata la necessita’ del rispetto dei diritti ”di tutti gli egiziani, comprese donne e minoranze religiose”.
L’ampia vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani, che ai tempi di George W. Bush erano considerati come ”una forza ideologica ostile”, ha costretto Washington ad una profonda revisione della sua politica estera verso l’Egitto. Lo stesso portavoce Carney ha di recente affermato che l’amministrazione Obama ha ”ampliato l’impegno” con le parti politiche in Egitto, e ha aggiunto che i nuovi leader verranno giudicati in base alle loro azioni e non in base alla loro religione.
Secondo gli osservatori, la futura politica del neo-presidente e’ ancora in gran parte da scoprire. Su uno dei punti piu’ sensibili, come il rispetto dei trattati internazionali, Morsi ha dato alcune rassicurazioni, ma ha anche affermato di voler modificare gli accordi di Camp David, e quindi il trattato di pace con Israele, sulla base di un rapporto di parita’.
Anche la cooperazione futura nella lotta al terrorismo islamico rimane da definire. Incalzato dal candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney che lo accusa di ”debolezza”, Obama inviera’ intanto sabato prossimo il suo segretario di Stato Hillary Clinton al Cairo, innanzitutto con l’incarico, come ha diplomaticamente messo in chiaro il Dipartimento di Stato, di ”esprimere il sostegno degli Stati Uniti al processo di transizione democratica in corso nel Paese, assicurando anche il contributo statunitense per favorire lo sviluppo del Paese”.