Egitto. El Baradei, imam e papa copto con i generali. Il nuovo potere

Pubblicato il 5 Luglio 2013 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA
Egitto. El Baradei, imam e papa copto con i generali. Il nuovo potere

Egitto. El Baradei, imam e papa copto con i generali. Il nuovo potere

ROMA – Egitto. El Baradei, imam e papa copto con i generali. Il nuovo potere. Su Repubblica Alberto Stabile disegna la mappa del nuovo potere in Egitto, a partire da una foto emblematica del gruppo di personalità accorse in soccorso dell’esercito:

In quella foto di gruppo con al centro il comandante in capo delle Forze Armate, Abdel Fattah al Sissi, a destra il papa dei copti e a sinistra il Grande Imam dell’Università Al Azhar, c’è la radiografia del nuovo potere egiziano e di questa nuova fase di procellosa transizione. E naturalmente, come ai tempi della rivolta che pose fine al regime di Mubarak, il nome che da più lustro alla scena (con le dovute indiscrezioni sulle sue presunte candidature ai seggi più alti) è quello di El Baradei, con la differenza, rispetto alla primavera del 2011, che stavolta ha svolto un ruolo di assoluto protagonista.

Il generale, il laico premio Nobel, il papa copto e l’Imam sono le figure chiave per comprendere la transizione egiziana che non solo rivoluziona gli assetti interni ma mette in discussione il sistema di alleanze arabe nel Golfo, con il Qatar, dove da appena una settimana c’è stato il ricambio al vertice della famiglia reale, che oggi si trova con gli interlocutori sbagliati e quelli su cui si era scommesso agli arresti.

Sta saltando in pratica la strategia che tra i petrodollari (6 miliardi di euro in prestiti che hanno permesso alla Banca centrale egiziana di restare a galla e la promessa di investirne altri 20 nei prossimi cinque anni) e la tv Al Jazeera mirava ad imporre la Fratellanza Musulmana quale protagonista del rinnovamento egiziano. Esultano invece gli altri stati del Golfo che non vedevano di buon occhio l’attivismo del Qatar e hanno sempre confidato invece nell’esercito egiziano. Lo spiega bene Davide Frattini sul Corriere della Sera, a partire dall’imbarazzo del giovane emiro del Qatar:

Il giovane emiro è stato l’ultimo, tra i regnanti del Golfo, a inviare le congratulazioni ad Adli Mansour, il reggente scelto dai generali. Mentre i vicini esultano da Abu Dhabi («l’esercito egiziano ha dimostrato ancora una volta di essere lo scudo e il protettore della nazione») e dall’Arabia Saudita («gli ufficiali hanno garantito che il Paese uscisse da un tunnel imprevedibile»), i giornali di Doha — che esprimono la posizione della monarchia — lanciano avvertimenti: «L’Egitto non è mai stato in una situazione così caotica, ogni gruppo politico o di potere adesso pensa di avere il diritto a governare», scrive il quotidiano Al Sharq . Dal Cairo i soldati rispondono spegnendo Al Jazeera e arrestando cinque suoi giornalisti (quattro sono stati poi rilasciati).