Egitto, Mohamed Morsi presidente. Un boato di gioia a Piazza Tahrir

Pubblicato il 24 Giugno 2012 - 16:42 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Lapresse)

IL CAIRO – IL candidato dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi ha vinto le elezioni presidenziali in Egitto col 51,73% dei voti. Ha avuto 13.230.131 preferenze contro i 12.347.038 voti di Ahmed Shafiq, ultimo primo ministro di Mubarak. Il tasso di affluenza è stato del 51,85%. Lo ha annunciato il presidente della commissione elettorale.Il capo del Consiglio militare egiziano Hussen Tantawi ha telefonato al vincitore Morsi per congratularsi. Altrettanto dal leader della chiesa copta egiziana papa Bakhomius.

Non appena il presidente della Commissione ha annunciato la vittoria del Fratello musulmano piazza Tahrir è esplosa in un boato di gioia. I sostenitori di Morsi, decine di migliaia, hanno ballato scandendo il suo nome. Da sei giorni avevano organizzato un sit in piazza nella lunga estenuante attesa per questi risultati. Quando il presidente di Commissione ha detto le magiche parole Morsi 13.230.131 voti, Ahmad Shafiq, il suo avversario, 12.347.038, la tensione di giorni si è sciolta ed è esplosa una gioia incontenibile. I clanson suonano senza sosta, i fuochi d’artificio esplodono sopra la piazza. Come nella notte del febbraio 2011 quando arrivò l’annuncio che Mubarak lasciava il potere.

Tripudio anche a Gaza. Una folla festante è scesa nelle strade di Gaza immediatamente dopo aver appreso della elezione di Morsi.

Una fonte locale riferisce di scene di gioia popolare, accompagnate da ripetuti spari in aria e dallo sventolare dei vessilli verdi di Hamas, nonché di bandiere egiziane. La stessa fonte aggiunge che fra i palestinesi vicini ad al-Fatah si è diffusa invece un’atmosfera di sconforto e di preoccupazione. ”Alcuni di loro sembrano vicini alle lacrime”, ha notato la fonte.

I Fratelli musulmani proseguiranno il loro sit in a piazza Tahrir per protestare contro l’integrazione costituzionale con la quale il Consiglio militare si attribuisce nuovi poteri e contro lo scioglimento del Parlamento. E’ quanto afferma uno dei dirigenti della Confraternita Mohamed el Beltagui. ”Non lasceremo la piazza senza ottenere le nostre rivendicazioni. Il popolo è capace di proteggersi da solo. Non ha bisogno della legge per fare arrestare i civili dai militari”.  ”Abbiamo un presidente che è il comandate in capo delle forze armate e sta quindi ai militari di ritornare nelle loro caserme”, ha detto alle migliaia di manifestanti in piazza.

Il comunicato di Israele. ‘‘Israele apprezza il processo democratico svoltosi in Egitto e ne rispetta l’esito. Israele si attende che la cooperazione con il governo egiziano prosegua sulla base degli accordi di pace fra i due Paesi, che è nell’interesse dei due popoli e che contribuisce alla stabilita’ regionale”. Lo dice il governo in un comunicato

Felicitazioni al Presidente Morsi anche dal ministro degli esteri italiano, Giulio Terzi “e agli egiziani per la prova di democrazia. E’ un passo in avanti per consolidare le istituzioni e rafforzare l’amicizia con Roma”.

Anche gli Stati Uniti si congratulano conMorsi definendo la sua vittoria “una pietra miliare nella transizione dell’Egitto verso la democrazia”. Lo si legge in una nota della Casa Bianca.

Così l’ex candidato alla presidenza egiziana, Mohamed El Baradei, che ha espresso le sue ”sincere congratulazioni”, in un messaggio Twitter. Al neoeletto presidente El Baradei scrive che è arrivato il tempo “di lavorare insieme in quanto egiziani a favore del Paese basato sulla libertà e giustizia sociale”. Si unisce al coro anche il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika.

E’ stato presentato come la “ruota di scorta” del partito dei Fratelli Musulmani, Giustizia e Libertà (Fjp), scelto per la corsa alla presidenza egiziana dopo che il primo candidato, Khairat El Shater, ne era stato escluso. Ma l’ingegnere Mohamed Morsi, 61 anni, con master e insegnamenti universitari di ingegneria negli Stati Uniti e nel suo Paese, ha sconfitto l’ex generale ed ex premier Ahmed Shafiq, nel ballottaggio del 17 giugno.

Suo obiettivo programmatico è quello di ricostruire l’Egitto e ridare dignità agli egiziani in uno stato ‘non teocratico’, ma che faccia riferimento diretto alla Sharia, la legge coranica.

Nato nel 1951 a Sharqiya, nel Delta del Nilo, non lontano dal governatorato di Menufiya, che ha dato i natali all’ex rais Hosni Mubarak, Morsi ha partecipato ad una competizione che non lo vedeva, almeno nei pronostici, in pole position. Era – come scrivevano in articoli satirici alcuni giornali – la seconda scelta del suo partito perché dotato di minore fascino del primo candidato, l’uomo d’affari Shater, Viceguida Suprema della Fratellanza Musulmana, che aveva sostenuto la nomina di Morsi a presidente del partito Fjp appena costituito, nell’aprile 2011, per la sua disponibilita’ all’obbedienza di partito ed il suo rigore morale.

”Dio ha destinato Morsi ad essere candidato dei Fratelli Musulmani in questo periodo – ha dichiarato una sua sostenitrice, Manal Abul Hassan, in una recente riunione – ne’ giornali ne’ politici possono trovare un neo nella sua storia. E’ un uomo pulito che non ha azioni politiche o finanziarie sbagliate. Dio lo ha protetto perche’ porti avanti la sua missione”.

Non del tutto d’accordo qualche giovane che ha militato nella Fratellanza e poi se n’e’ distaccato, come Ahmed Abdel Gawad, 35 anni, che ricorda i contatti con i giovani rivoluzionari ai quali Morsi era stato delegato dalla confraternita. In particolare fa riferimento ad un incontro nel quale ”sembrava Morsi fosse venuto per lavarci il cervello e giustificare gli errori fatti dai Fratelli durante la rivoluzione, come quello di non scendere in strada il 25 gennaio o quello di concordare su negoziati con Omar Suleiman”, (il capo dei servizi segreti che in quei giorni Mubarak aveva nominato vicepresidente).

I giovani chiesero poi la rimozione di Morsi dai rapporti con loro, ma ”lui reagì – dice Gawad – con una campagna negativa contro i rivoluzionari”. E successivamente quei giovani furono espulsi dalla confraternita.

Tuttavia Mohamed Morsi nella recente campagna elettorale è stato accreditato come ”un simbolo della rivoluzione’‘ e il sostenitore della piattaforma della ”Rinascita dell’Egitto”, probabilmente messa a punto da Khairat el Shater. Strenuo combattente contro la corruzione come parlamentare tra il 2000 ed il 2005 (in questo ultimo anno alle elezioni legislative non fu rieletto) Morsi viene anche segnalato per il suo conservatorismo sul piano sociale: critico’ il governo per aver permesso la circolazione di riviste con copertine di nudi e la trasmissione in tv di scene ‘immorali’. Denunciò anche i concorsi di Miss Egitto come contrari alle ”norme sociali, alla Sharia e alla costituzione”. Ma nel suo programma figura anche l’impegno di dare potere nella società egiziana alla donna e di rimuovere gli ostacoli per la partecipazione femminile alla sfera pubblica, proteggendo la donna da qualsiasi discriminazione.