Egitto, Mubarak cede: “Non mi presenterò alle prossime elezioni”

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 - 22:08 OLTRE 6 MESI FA

Mubarak cede alle pressioni della piazza e del presidente americano Obama. “Non mi presenterò alle prossime elezioni”, ha detto dichiarando che ci sarà “un passaggio di potere pacifico a chi sarà scelto dal popolo”.

Il presidente Hosni Mubarak ha annunciato che la Costituzione sarà modificata per quanto rigurada la durata del mandato presidenziale e il potere dell’esecutivo. Mubarak ha anche detto che lavorerà durante il suo mandato per procedere alle riforme necessarie anche per quanto riguarda gli articoli della costituzione sulla candidatura alle presidenziali.

‘Ho sempre lavorato per questo Paese e continuerò la mia vita, fino alla morte su questa terra”. Lo ha detto il presidente egiziano Hosni Mubarak in un intervento trasmesso in diretta televisiva.

”Vattene! Vattene! Vattene!”: così la folla di manifestanti presente a piazza Tahrir nel centro del Cairo ha accolto il discorso del presidente.

”Non ascolta la voce del popolo” e la modifica della Costituzione è una ”presa in giro”, ha detto il leader dell’opposizione Mohammed El Baradei alla televisione Al Arabiya, commentando il discorso di Mubarak.

Gli Stati Uniti hanno evitato con cura di fornire indicazioni su quale potrebbe essere il successore più gradito, ma martedì – dopo la manifestazione imponente tenutasi nella capitale egiziana – ha mandato al Cairo il messaggio più forte da quando la crisi ha avuto inizio: che Mubarak garantisca la transizione, ma lasci. Il momento è troppo delicato per poter essere più espliciti. Se l’Egitto dovesse esplodere, tutto il Medio Oriente andrebbe in fiamme.

Per questo da Washington guarda con il fiato sospeso tanto alla manifestazione del Cairo, quanto gli effetti che la situazione in Egitto sta avendo nella regione: Re Abdallah di Giordania ha nominato un nuovo primo ministro; il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha chiesto all’Egitto il rispetto del trattato di pace con Israele; da Teheran arrivano pressioni opposte affinché dall’Egitto si apra un processo ”per un Medio Oriente islamico e potente capace di opporsi a Israele”; mentre dalla Tunisia è arrivata la conferma ufficiale che i morti della rivoluzione sono stati oltre 200.

Al termine della manifestazione, attraverso ‘fonti diplomatiche’ citate dal New York Times, è emersa la posizione americana: il presidente Obama ha chiesto a Mubarak di non ripresentarsi alle prossime elezioni. Non lo ha fatto direttamente, ma utilizzando un ‘back channel’, un canale diplomatico alternativo: l’ex ambasciatore Frank G. Wisner, 72 anni, che conosce personalmente il presidente Mubarak e che per questo è stato inviato d’urgenza al Cairo.