Egitto, Ue: “O transazione immediata o sospendiamo gli aiuti”

Pubblicato il 3 Febbraio 2011 - 17:08 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES – L’Unione europea non esclude la possibilità di ricorrere alla sospensione degli aiuti bilaterali con l’Egitto, se fosse necessario per costringere le autorità egiziane ad avviare ”immediatamente” quella transizione politica che si ritiene necessaria per rispondere alle legittime aspirazioni del popolo egiziano. Lo rilevano a Bruxelles diverse fonti europee, riferendo che, nel periodo tra il 2011 e il 2013, la Ue prevede un aiuto bilaterale all’Egitto pari a 449 milioni di euro.

La possibile sospensione degli aiuti, come uno degli strumenti di pressione a disposizione, fa parte della discussione che i leader della Ue avranno domani sulla crisi dell’Egitto e della Tunisia, inevitabilmente aggiunta nell’agenda dei lavori.

Anche gli Usa – da cui l’Egitto riceve ogni anno 1,5 miliardi di dollari – ieri, 2 febbraio, avevano detto che la questione di una sospensione degli aiuti ”è ancora oggetto di valutazione”. La Ue ha già deciso di congelare i beni del deposto presidente tunisino Ben Ali e della sua consorte.

Alla domanda se stia pensando di adottare sanzioni economiche anche nei confronti del rais egiziano Hosni Mubarak e del suo entourage, la portavoce del capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton ha assicurato: ”Prenderemo le misure appropriate quando sarà necessario”. La Ue procede sempre con molta cautela sulla sospensione degli aiuti per evitare che questa sanzione ricada sulle spalle della popolazione civile.

La reazione lenta della Ue sulla crisi dell’Egitto è stata criticata ieri dal parlamento europeo. ”L’Unione europea non sono gli Usa: è fatta di 27 paesi ed è vero che ci vuole un certo tempo perché reagisca in modo comune”, ha giustificato oggi un diplomatico di alto rango. ”Ma non ci sono divisioni tra i 27, piuttosto la preoccupazione di non assumere posizioni che possono essere percepite come una ingerenza, mentre al tempo stesso si invia un messaggio forte e chiaro”.

La portavoce della Ashton ha rilevato che la dichiarazione dell’Alto rappresentante e quella dei cinque paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna) – entrambe rese diffuse stamattina – ”dicono la stessa cosa”. La situazione egiziana è però talmente fluida che nessuno a Bruxelles è in grado di anticipare il tenore della discussione di domani tra i 27 e neppure di dare come acquisite conclusioni scritte. Di sicuro, i leader della Ue chiederanno a Mubarak e alle autorità egiziane di fare di più. ”Non spetta a noi dire quando si devono tenere le elezioni presidenziali, ma è ovvio che cio’ che si sta facendo non è abbastanza e deve essere fatto di più e deve essere fatto ora”, ha detto la portavoce della Ashton.

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