Egitto. Quando la transizione porterà alla democrazia? Nessuno lo sa

Pubblicato il 5 Ottobre 2011 - 15:55 OLTRE 6 MESI FA

Il leader militare egiziano Mohamed Hussein Tantawi

IL CAIRO, EGITTO – Se si chiede ai militari egiziani che governano il Paese quando pensano di rientrare in caserma e consegnare il potere ai civili, dicono che non lo sanno. Se lo si chiede all’ambasciatrice americana al Cairo Anne Patterson la risposta è la stessa, otto mesi dopo la rivoluzione popolare che ha rovesciato il regime dittatoriale del presidente Hosni Mubarak. Non lo sa nemmeno il ministro della diesa Usa Leon Panetta, che pure ha incontrato i leader militari egiziani. Insomma, stando così le cose, nessuno ha un’idea di quando finalmente la democrazia arriverà in Egitto.

La conferma è venuta dalla stessa Patterson, che in una conferenza stampa al Cairo, affiancata da Panetta, cui è stato chiesto se ritiene che i militari consegneranno a marzo il loro attuale potere ad un nuovo parlamento eletto, o se ritiene che una nuova costituzione sarà varata nel 2012, o se ritiene che elezioni presidenziali si svolgeranno poco dopo. La risposta dell’ambasciatrice è stata tanto netta quanto disarmante: ”Francamente – ha detto – non credo che nè i militari ne’ alcun altro sappiano rispondere a questi quesiti”.

”Il processo di democratizzazione in questo Paese – ha aggiunto – è stato ostacolato da difficicoltà e incertezze fin dal suo inizio, e le decisioni vengono prese giorno per giorno, tanto da farmi pensare che questa situazione continuerà ad esistere ancora per un certo lasso di tempo”. Panetta è sembrato essere d’accordo – probabilmente sapendone ancor meno dell’ambasciatrice – ma ha affermato che i tempi della democratizzazione ”dovranno essere decisi dagli egiziani”, aggiungendo però che ”quanto prima il potere verrà consegnato ai civili, tanto prima addiverrà la democrazia che gli egiziani si aspettano”.

Panetta ha detto che i colloqui avuti coi militari lo hanno convinto che il popolo egiziano ”riuscirà ad ottenere una pacifica transizione”. I colloqui di Panetta hanno avuto luogo dopo che i militari hanno firmato un accordo con una dozzina di partiti politici in cui si precisano i tempi per elezioni politiche, e quattro giorni dopo che i maniestanti sono tornati a Tahrir Square per esortare i militari al mantenimento della promessa di abolire la legge per la detenzione di sospetti indefinitivamente e senza processo.

Lo stesso ha fatto Panetta e, ha detto, ”la loro risposta è stata che lo faranno quando si presenterà la prima opportunità, come le elezioni per il parlamento”. Panetta ha anche sottolineato che la collaborazione militare tra gli Usa e l’Egitto continua senza problemi. Gli Stati Uniti sostengono le forze armate egiziane al ritmo di 1,3 miliardi di dollari l’anno e conducono con loro manovre militari due volte l’anno.