Elezioni in Oman: “l’Occidente d’Arabia” dalla svolta liberale

Pubblicato il 15 Ottobre 2011 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA

MASCATE – Arriva in Oman la Primavera arava Il sultano Qabus bin Said ha concesso le elezioni al suo popolo, oltre che aumenti di pensioni, salari e nuovi posti di lavoro. Una ventata di democrazia che sarà seguita anche in Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania con le prossime elezioni entri fine 2011.

Non ci sono partiti, libertà di stampa relativa, organizzazioni internazionali non ammesse a valutare la correttezza del voto. Forse non sono elezioni democratiche come le intenderebbe l’Europa, ma almeno i candidati hanno potuto svolgere la propria campagna elettorale. In Oman però fin dal 1994 le donne possono candidarsi e votare, concessione non data in tutti i paesi arabi. Ben 82 sono le candidate a fronte dei 1.133 aspiranti ad uno degli 84 seggi dell’assemblea nazionale della Shura.

L’Oman è il paese che negli ultimi 40 anni ha fatto più passi importanti verso la democrazia secondo l’Onu. Il merito è del suo sultano che contrariamente a Muammar Gheddafi e agli altri regimi instaurati in Arabia, ha ricevuto un’educazione democratica e liberale in Inghilterra. Questo paese è dunque quello più “occidentale” d’Oriente, grazie alle concessioni di Qabus bin Said, e ora gli Stati Uniti sperano che a vincere siano i candidati meno integralisti o conservatori. Un alleato strategico in quella regione che l’America non vorrebbe certo farsi scappare.