Fonti afghane: “I tre medici italiani hanno confessato”. Ma per Gino Strada sono stati “rapiti dal governo Karzai”

Pubblicato il 11 Aprile 2010 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Gino Strada

I tre operatori di Emergency arrestati in Afghanistan «hanno confessato un piano per uccidere il governatore della provincia di Helmand». Lo riferisce il sito del quotidiano britannico Times citando funzionari afgani.

«Tutte le nove persone arrestate (sei afghani e tre italiani) hanno confessato» e «hanno riconosciuto i loro crimini. Hanno detto di aver progettato una serie di attentati suicidi in mercati affollati, agli uffici del governatore, che volevano uccidere», ha dichiarato Daud Ahmadi, il portavoce del governatore della provincia di Helmand, Gulab Mangal.

«Sono accusati – ha proseguito Ahmadi – di avere legami con al Qaeda e (altri gruppi) terroristici. Durante l’irruzione (della polizia afghana e delle truppe Isaf) abbiamo trovato esplosivi tra cui bombe a mano, giacchetti esplosivi e alcune armi nascoste tra scatole di medicinali, contrabbandate nell’Helmand tra forniture mediche». «Sono stati  pagati 500 mila dollari per compiere l’attacco . L’intelligence ha controllato l’ospedale per oltre un mese», ha aggiunto.

Secondo il Times, inoltre, «le Forze speciali britanniche e quelle di intelligence attive in Helmand non sono parte della missione Nato, ma lavorano al fianco delle forze afghane nella provincia». Il portavoce del ministero dell’Interno, Zamarai Bashary, ha confermato anche al Times che «quello che si vuole sapere ora è come quel materiale è entrato nell’ospedale, e chi è responsabile».

Quelle contro i tre italiani operatori di Emergency in Afghanistan «sono accuse gravi, la polizia e gli investigatori stanno lavorando. Noi vogliamo la verità», ha detto Frattini commentando ai telegiornali la notizia: «Prego con tutto il cuore, da italiano, che non sia vero sarebbe una vergogna per tutti».

Il ministro degli Esteri ha aggiunto che «l’eventuale confessione dei tre è da verificare, ma noi aspettiamo il risultato delle indagini. Vi sono dei fatti, sono state trovate armi molto periocolose nell’ospedale gestito da Emergency. Quindi noi tutti vogliamo conoscere la verità, in fretta».

Il fondatore di Emergency Gino Strada invece non ha dubbi: «I nostri medici sono stati rapiti dalla polizia del governo Karzai, quel governo difeso dalla coalizione internazionale della quale fa parte anche l’Italia. La coalizione internazionale è li a difendere quel governo».

«È tutta una bufala. I tre non hanno nulla da confessare – ha aggiunto Gino Strada -.  I tre sono stati li per anni a lavorare per curare gli afghani. Io ci ho lavorato anni sono persone su cui metto le mani sul fuoco» .

Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani a suo giudizio sono  stati fermati per colpire l’associazione umanitaria e “toglierla di mezzo” dalla regione afghana di Helmand.

Già nella mattina dell’11 aprile, parlando in conferenza stampa , Strada ha spiegato: «È iniziata una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo prima di dare il via ad un’offensiva militare in quelle regioni».

Per il leader di Emergency «si tratta di un’aggressione grottesca e ingiustificata che non trova una spiegazione razionale. Le accuse mosse al nostro personale sono approssimative e grottesche».

Gino Strada, nel corso della conferenza stampa ha ribadito il coinvolgimento nell’operazione per l’arresto del personale di Emergency dei soldati Isaf. «C’è un video – ha spiegato Strada – che mostra la presenza, fuori e dentro l’ospedale, delle truppe Isaaf».

In precedenza Cecilia Strada, presidente di Emergency, aveva ricordato che in un contatto telefonico di ieri, subito dopo aver appreso dell’arresto, era stato spiegato ad Emergency che i medici e gli infermieri erano stati prelevati dai servizi segreti afgani. La Strada ha quindi raccontato di una telefonata fatta su un cellulare di uno degli arrestati al quale ha risposto un soldato britannico appartenente all’Isaf.

«C’è un video – ha ribadito Gino Strada – che mostra i soldati britannici non solo fuori dall’ospedale per un cordone di protezione ma anche all’interno». Alla domanda se l’Italia era informata dell’operazione, Strada ha replicato: «chiedetelo alla Farnesina».

Strada, sempre nel corso della conferenza stampa, ha ricordato i risultati della sua associazione in Afghanistan: “Abbiamo curato feriti grazie al rispetto delle convenzioni internazionali. Fino a poco tempo fa i trattati venivano rispettati. Anche quando c’era il regime filo-sovietico, i mujaddin, che oggi sarebbero chiamati ribelli, venivano portati in ospedale, curati e riaccompagnati da dove erano venuti. Oggi tutto questo non è possibile. Dopo i bombardamenti non è stato neppure possibile aprire un corridoio umanitario”.

Quindi Strada ha invitato anche gli italiania a farsi sentire: «Sarebbe utile che anche gli italiani facessero sentire la loro voce». «Il ministro Frattini – ha spiegato Strada – è informato, noi siamo in contatto con la Farnesina e ci auguriamo che il governo faccia tutto il possibile».

Infine, sono state rese pubbliche le generalità dei tre arrestati. Marco Garatti, chirurgo, è nato a Brescia il 16 aprile 1961. Dal 1999 collabora con Emergency e dal 2009 ricopre il ruolo di coordinatore di progetto. Matteo Dell’Aira, infermiere, è nato a Milano l’1 settembre 1969. Dal 2000 lavora con Emergency e dal febbraio 2010 è responsabile medico del centro di Laskhar Gha. Matteo Pagani Gauzzugli Bonaiuti è nato a Roma il 12 novembre 1981. Dal novembre 2009 collabora con Emergency in qualità di responsabile logistico amministrativo dell’ospedale Laskhar Gha.